CLAUDIO BRAVO (1936/2011), PITTORE IPERREALISTA CILENO – Dipingere ritratti, sognando il viaggio che vale un’intera esistenza

L’ABILE USO DELLA LUCE DI UN PITTORE IPERREALISTA

CLAUDIO BRAVO 1/3 – Era nato a Valparaíso, in un ranch, per questo uno dei suoi ricordi d’infanzia era quello di quando lui aveva tre anni, mentre lui era sopra un cavallo. Nel 1945, aveva iniziato gli studi al Colegio San Ignacio (a Santiago del Cile), dove un sacerdote notò la sua abilità artistica, incoraggiandolo a studiare nello studio di un pittore. Puoi ammirare alcuni dei suoi dipinti presso il Museo de Artes Visuales (Colección Santa Cruz-Yaconi, Santiago, Cile) https://www.mavi.cl/ Lo sviluppo del suo stile Iperrealista era maturato in quegli anni. All’età di 17 anni aveva realizzato la sua prima mostra, conoscendo persone creative, tra le quali Luis Oyarzun (un poeta che sarebbe diventato suo insegnante di vita), con il quale aveva viaggiato in tutto il Cile. A 21 anni vendeva ritratti, utilizzando ciò che aveva guadagnato per comperare il biglietto per una nave che lo avrebbe dovuto portare in Francia.

CLAUDIO BRAVO 2/3 – Ma quel tempestoso viaggio lo aveva costretto a sbarcare a Barcellona (in Spagna), consentendogli così di abitare a Madrid, dove era diventato famoso per i suoi ritratti. Nel Museo del Prado di Madrid, aveva potuto ammirare i dipinti di Diego Velázquez, Francisco de Zurbarán e Luis de Meléndez, pittori che avevano una grande abilità nell’utilizzo della luce. Lui divenne un pittore iperrealista influenzato dal Rinascimento e dal Barocco, conosciuto soprattutto per le sue nature morte, ma aveva anche dipinto gente famosa (come il dittatore Franco di Spagna ed il presidente delle Filippine Ferdinand Marcos). Nel Museo de Arte Abstracto (Cuenca, Spagna), puoi ammirare alcune sue opere http://www.march.es/arte/cuenca/?l=2

CLAUDIO BRAVO 3/3 – Nel 1969 era stato incoraggiato a trasferirsi a New York, dove lui si trasferì in un appartamento di Manhattan. https://www.moma.org/artists/753?locale=it Si trasferì poi in Marocco nel 1972, in un posto da lui ritenuto molto intrigante, perché lo scenario urbano di New York non stimolava il suo lavoro. A Tangeri acquistò un palazzo del XIX secolo, dipingendo di bianco tutte le pareti, per incrementare la cattura della luce. Negli ultimi ventanni della sua vita si era ritirato in celibato, decidendo che i suoi dipinti ed i suoi animali sarebbero stati i suoi compagni di vita. Morì in quella casa, alle porte dell’estate del 2011, a causa di un attacco di epilessia. Puoi ammirare alcune delle sue opere nel Museo Nacional de Bellas Artes (Santiago, Cile) http://www.mnba.cl/617/w3-contents.html

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