Meeting Benches World art in all forms
Lui è nato a Salinas, in California, in un giorno di febbraio del 1902. Frequenta l’Università di Stanford, ma senza laurearsi (e anche vivendo brevemente a New York), John Steinbeck è rimasto un californiano per tutta la vita. Ha iniziato a scrivere romanzi nel 1929, usando spesso le sue finzioni per approfondire la vita dei cittadini più oppressi della società. Un trio di romanzi, alla fine del 1930, si è concentrato sulla vita dei lavoratori migranti in California: Battaglia Incerta, Uomini e Topi, e infine il suo capolavoro: Furore (considerati parte del canone letterario americano, che nei primi 75 anni dopo la sua pubblicazione, ha venduto 14 milioni di copie.
Un ritratto del conflitto tra potenti e deboli, la feroce reazione di un uomo per l’ingiustizia, e la resistenza stoica di una donna. Il romanzo cattura gli orrori della Grande Depressione e li sonda nella natura di uguaglianza e giustizia in America. Pubblicato la prima volta nel 1939, epico vincitore del premio Pulitzer del 1930. Furore, racconta la storia di una famiglia di contadini Oklahoma, i Joads, guidati fuori dalla loro fattoria e costretti a viaggiare a ovest verso la terra promessa della California. Fuori delle loro prove e dalle loro ripetute collisioni contro la dura realtà di un’America divisa in ricchi e poveri, si evolve un dramma che è intensamente umano, maestoso nella sua scala, elementare ma schietto, tragico ma alla fine entra nella sua dignità umana. Allo stesso tempo un epopea naturalistica, prigionia narrativa, romanzo su strada, e gospel trascendente, un potente romanzo simbolo di Steinbeck, forse il più americano dei classici americani.
