GINO SEVERINI (1883/1966), PITTORE FUTURISTA ITALIANO – I colori dei movimenti, delle luci e degli eventi

L’ARTISTA CHE HA SAPUTO FONDERE L’INSIEME CON IL PARTICOLARE

GINO SEVERINI 1/3 – Lui era nato a Cortona in un giorno di primavera, completando in quella città i suoi studi primari. Nel 1899 era a Roma, dove aveva frequentato i corsi d’arte di Villa Medici. Nelle sue mani, il futurismo è riuscito a fare germogliare incredibili capolavori d’arte. Dopo il suo esordio artistico romano, per studiare la pittura Impressionista era andato a Parigi, dove aveva conosciuto Apollinaire, Braque e Picasso, così inserendosi nelle radici del cubismo. Nel 1912, con altri artisti italiani aveva organizzato a Parigi organizza la prima mostra dei futuristi. Visitando il Museo d’Arte Moderna di Rovereto (Trento) http://www.mart.tn.it/collections.jsp?ID_LINK=688&area=137&id_context=3257 potrai ammirare un suo piccolo gioiello d’arte: “Ritratto di Madame S.” (pastello su cartoncino su tela, 91 x 65 cm).

GINO SEVERINI 2/3 – Buon conoscitore del mondo cabarettistico, aveva scelto quel mondo notturno di luci, danze e ballerine per esprimere le dinamiche d’arte futuriste. Durante la prima guerra mondiale, aveva continuato a dipingere, su temi legati alla guerra, in perfetto stile futurista. Attorno al 1920, mentre lavora fra Parigi e Roma, sviluppa il suo speciale cubismo psicico. Dopo una crisi religiosa, aveva realizzato affreschi e mosaici. Nel 1921, su commissione del nobile scrittore inglese Sir George Sitwell (allora proprietario del Castello di Montegufoni, aveva affrescato una delle sale del castello. Quando sarai in Toscana, non dimenticare di visitare quel luogo che ospita quel grande gioiello d’arte, l’affresco intitolato “La Sala delle Maschere” http://www.montegufoni.it/soggiorno_week_end_romantico_toscana.php

GINO SEVERINI 3/3 – Nel 1921, aveva pubblicato un saggio veramente speciale – dal Cubismo al Classicismo – dove descriveva analiticamente la sua figuratività cristallina che si concentrava sul movimento, sulla rappresentazione della luce e sugli eventi. Dopo la seconda guerra mondiale, stabilitosi in Francia a Meudon, era tornato all’astrazione geometrica d’ispirazione cubista. Morì a Parigi il 26 febbraio 1966, lasciando opere d’arte in tutto il mondo. Molte opere di quel felice periodo d’arte, sono conservate presso la Collezione Gianni Mattioli, nel Peggy Guggenheim di Venezia http://www.guggenheim-venice.it/collections/collection2.php?id_cat=1

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