LA MIA ANIMA ERA UN ABITO AZZURRO, COLOR CIELO – Edith Södergran, una porta aperta a tutti i venti

Se il fuoco interiore è la cosa più importante che possiedi

Donna intelligente e dal sorriso accattivante, lei divenne anche un’appassionata fotografa, ma era stato grazie a sua madre che lei poté concretizzare la propria vena poetica. Edith Södergran https://www.poetryfoundation.org/poets/edith-sodergran ha saputo illustrare meravigliosamente la vita tramite molteplici mezzi stilistici. Grazie all’impulso di un suo parente di lingua finlandese-svedese, attorno al 1908 lei prese la decisione di fare dello svedese la lingua principale dei suoi scritti. Nel periodo compreso tra le due guerre mondiali, questa poetessa iniziatrice dell’espressionismo finlandese, ha saputo farlo, in modo estremamente personale, con prospettive di beatitudine e di malinconia.

ORA È CADUTA – Quando tutti gli uccelli d’oro volano a casa attraversando l’acqua blu profonda, sulla riva mi siedo, rapito nel suo scintillio sparso. La loro partenza fruscia tra gli alberi. Questo addio è vasto, e la separazione si avvicina, ma anche il ricongiungimento è certo. Con la testa sul braccio mi addormento facilmente. Sui miei occhi il respiro di una madre, dalla sua bocca al mio cuore: dormi, figlia, e sogna ora che il sole è andato.

Ai suoi tempi, le possibilità di riprendersi dalla tubercolosi non erano buone, anzi, prima di morirne normalmente trascorrevano dieci anni dalla diagnosi. Come scrittrice, durante la sua vita era poco nota, eppure, dopo la sua morte avvenuta nel 1923, la sua influenza come poetessa fu notevole. Nata a San Pietroburgo nel 1892, Edith Södergran https://www.goodreads.com/author/show/419143.Edith_S_dergran venne Influenzata dal Simbolismo, Espressionismo e Futurismo, e diventò importante espressione della poesia in lingua svedese. I suoi studi si concentrarono sulle lingue moderne, eppure, non nello svedese. Fu in tedesco che scrisse le sue prime poesie, e poté migliorarne la conoscenza attorno al 1913, durante un paio di soggiorni curativi in Svizzera. Lei ha pubblicato quattro volumi di poesie durante la sua vita.

LE STELLE – Quando viene la notte, io sto sulla scala e ascolto, le stelle sciamano in giardino ed io sto nel buio. Senti, una stella è caduta risuonando! Non andare a piedi nudi sull’erba; il mio giardino è pieno di schegge.

Uno dei suoi compagni di scuola la descrisse come l’allieva più dotata della classe. Grazie a un suo insegnante interessò anche alla conoscenza della lingua francese, e grazie a questo impulso nacquero alcune delle sue più struggenti poesie d’amore. Nel 1916, Edith Södergran https://scholar.harvard.edu/lindqvist/files/13.1lindqvist.pdf esordì come scrittrice con una sua raccolta poetica in versi liberi. Tuttavia, due anni dopo, a quei versi seguì la pubblicazione di Lira, L’altare delle rose nel 1919, L’ombra del futuro nel 1920 e, cinque anni più tardi, Il paese che non esiste. Dopo la sua morte, è stato pubblicata una bellissima raccolta di poesie: La terra che non è.

NON TEMO NULLA – Io ho energie. Non temo nulla. Luce è il cielo per me. Se rovina il mondo, io non rovino. I miei orizzonti stanno luminosi sopra la notte tempestosa della terra. Uscite dal campo di luce misterioso! Inflessibile, la mia forza aspetta.

Lei ebbe avuto molti seguaci, ed attualmente le sue poesie sono tradotte in molte lingue, perfino in cinese. Edith Södergran https://www.ibs.it/poesie-libro-edith-sodergran/e/9788869939471, unica figlia di una famiglia finlandese-svedese, aveva lo svedese come lingua madre. I suoi genitori si trasferirono in un villaggio sull’istmo careliano, dove suo nonno materno comprò loro una casa. Frequentando una scuola femminile di San Pietroburgo, proprio di fronte al Palazzo d’Inverno, lei ebbe l’occasione di conoscere con i suoi occhi le drammatiche contraddizioni della Russia di quegli anni. Suo padre morì di tubercolosi nel 1907, l’anno dopo a lei venne diagnosticata l’identica malattia.

LA TUA NOSTALGIA – La tua nostalgia è un mare che puoi navigare, la tua nostalgia è un terreno su cui puoi camminare. Perché te ne stai allora inerte e scorata, fissando il vuoto? Verrà un mattino con un orizzonte più rosso di tutti gli altri, verrà un vento a porgerti la mano: mettiti in cammino!

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