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Quando Redfield aveva auto pubblicato il suo primo romanzo, l’interesse immediato da parte dei librai e dei lettori lo aveva spinto a scrivere La profezia di Celestino (uno dei più riusciti libri auto pubblicati di tutti i tempi). Da giovane, lui ha studiato filosofie orientali (Taoismo e Zen), specializzandosi in sociologia alla Auburn University. James Redfield aveva 43 quando aveva pubblicato La profezia di Celestino. Nato nel 1950, lui è cresciuto in una zona rurale dell’Alabama, dove, fin dalla tenera età, era stato motivato da un bisogno di chiarezza sulle tematiche spirituali. Utilizzando un approccio avventura (che è stato definito in parte Indiana Jones ed in parte Scott Peck, La profezia di Celestino https://www.youtube.com/watch?v=HMZv6U5BvQw è riuscita a creare un modello di percezione spirituale e attualizzazione.
Non hai mai letto un libro come questo, un libro che arriva una volta nella vita, cambandola per sempre. La storia si apre con un narratore maschile che cerca di riprendere contatto con un vecchio amico di sesso femminile, quello che gli racconta intuizioni contenute in un manoscritto risalente al 600 aC, recentemente tradotto. All’interno delle sue pagine sono conservate nove conoscenze fondamentali nei confronti della vita, intuizioni di come ogni essere umano è in grado di cogliere in modo sequenziale. La profezia di Celestino è un romanzo che discute varie idee psicologiche e spirituali radicate nella più antiche tradizioni New Age e spirituali orientali. Il protagonista intraprende un viaggio per trovare e capire quelle intuizioni spirituali dell’antico manoscritto peruviano. Nel romanzo, la civiltà Maya ha lasciato rovine in Perù, dove è stato trovato il manoscritto, dopo che gli Incas hanno abitato in città maya abbandonate dopo che i Maya avevano raggiunto un livello di vibrazione energetico che li aveva fatto attraversare una barriera, dentro una realtà completamente spirituale.
