OSSI DI SEPPIA – Eugenio Montale: “sono un uomo come gli altri, e non si può chiedere a nessuno di fare l’eroe”

Una raccolta poetica pubblicata nel 1925

Il più settentrionale dei borghi che compongono le Cinque Terre, è quello di Monterosso, diviso in due parti da un tunnel di 10 metri. Caratterizzato dalle tipiche case in varie tonalità di colori pastello, il borgo fa parte del Parco Nazionale delle Cinque Terre. Con la sua bellezza, ha ispirato artisti e poeti provenienti da ogni dove, tra cui Eugenio Montale, che trascorse parte della sua esistenza presso quella che oggi è conosciuta come Villa Montale.

Il padre era comproprietario di una ditta di prodotti chimici, ma lui divenne giornalista e poeta, premio Nobel per la letteratura nel 1975. Eugenio Montale https://library.weschool.com/lezione/eugenio-montale-ossi-di-seppia-commento-3139.html era nato a Genova in un palazzo dell’attuale corso Dogali (zona soprastante Principe), in un giorno d’ottobre del 1896. A causa della sua salute precaria, seguì i più brevi studi tecnici in luogo di quelli classici, diplomandosi in ragioneria, ma lui coltivò i suoi interessi letterari, frequentando biblioteche e assistendo a lezioni private di filosofia.

La sua formazione da autodidatta, consentì a Eugenio Montale https://lasottilelineadombra.com/2018/11/27/ossi-di-seppia-montale-5-poesie/ un percorso creativo senza condizionamenti, consentendogli di coltivare intellettualmente scrittori e lingue straniere, così creando il suo immaginario, anche panoramico. Nella Riviera ligure di Levante, Monterosso al Mare e le Cinque Terre delimitarono la sua visione del mondo, densa di privati sentimenti ed acuta osservazione della natura mediterranea.

Nell’anno 1917, Eugenio Montale diventò sottotenente di fanteria, combattendo nel 158º Reggimento fanteria. Conobbe anche Anna degli Uberti (protagonista di molte sue poesie), nonchè una giovane peruviana che sarà anch’essa presente nella sua raccolta poetica Ossi di seppia. Sottoscrisse nel 1925 il Manifesto degli intellettuali antifascisti, vivendo un pessimismo che sopravvisse dopo l’avvento della democrazia. Le sue ultime raccolte di versi testimoniano il suo ironico distacco dalla vita. Morì a Milano poco prima di compiere 85 anni.  Sepolto nel cimitero accanto alla chiesa di San Felice a Ema (Firenze), ti aspetta accanto alla moglie.

TRAMONTANA – Ed ora son spariti i circoli d’ansia che discorrevano il lago del cuore, e quel friggere vasto della materia che discolora e muore. Oggi una volontà di ferro spazza l’aria, divelle gli arbusti, strapazza i palmizi e nel mare compresso scava grandi solchi crestati di bava. Ogni forma si squassa nel subbuglio degli elementi; è un urlo solo, un muglio di scerpate esistenze: tutto schianta l’ora che passa. Viaggiano la cupola del cielo, non sai se foglie o uccelli, e non son più. E tu che tutta ti scrolli fra i tonfi dei venti disfrenati, e stringi a te i bracci gonfi di fiori non ancora nati; come senti nemici gli spiriti che la convulsa terra sorvolano a sciami, mia vita sottile, e come ami oggi le tue radici. https://www.italialibri.net/opere/ossidiseppia.html

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