TRA BISOGNO DI IMMEDESIMAZIONE E ASTRAZIONE – Carlo Carrà, il pittore rivoluzionario con qualcosa di più

Quando un pupazzo simboleggia la distruzione del falso bello

In Piemonte, al confine Nord occidentale con le colline del Monferrato casalese, Quargnento http://www.comune.quargnento.al.it/ è un comune nella piana di Alessandria. Tra i suoi monumenti, trovi la Basilica minore di San Dalmazio, uno dei più importanti esempi ecclesiastici in provincia. In strada Vallerina, al numero 21 ti aspetta l’Osteria delle zucche vuote https://osteriadellezucchevuote.wordpress.com/, dove potrai gustare il baccalà in olio cottura (su salsa alla pizzaiola e crostino all’origano). Per un secondo piatto indimenticabile, triglie ripiene di carciofi, su crema di provola. In città, periodicamente, l’estemporanea di pittura La strada di casa, è dedicata al famoso pittore quargnentino Carlo Carrà.

Nato a Quargnento, in provincia di Alessandria, nell’inverno 1881, Carlo Carrà https://www.ansa.it/canale_lifestyle/notizie/tempo_libero/2018/10/03/130-opere-di-carlo-carra-a-milano_29e6a2aa-a6f0-4fcc-8ecb-e81ccfe3d202.html attraversò molteplici momenti creativi, dal Realismo al Divisionismo, fino alla Metafisica pittorica. Trasferitosi a Parigi per parecchi mesi per decorare i padiglioni dell’Esposizione Universale, scopre l’Impressionismo. Frequentò i corsi della Scuola serale d’arte applicata di Milano, riuscendo ad iscriversi all’Accademia di Brera. Orientato al rinnovamento del linguaggio espressivo, nel 1910, è co-firmatario del Manifesto dei Pittori Futuristi, dove automobile, aereo e città industriali trionfavano sulla natura. Spinto dal desiderio di essere soltanto se stesso, nel 1922 abbandona la metafisica, auspicando che la pittura cogliesse il rapporto tra immedesimazione con le cose ed il bisogno di astrazione.

Creandovi un universo pittorico personalissimo, i dipinti di Carlo Carrà http://www.museionline.info/pittori/carlo-carra erano essenziali, con vuoti che davano luogo ad atmosfere senza tempo. Nutrita di malinconia e solitudine, l’ispirazione creativa gli arrivava dalla natura circostante. Ritraendo una Versilia che oggi è impossibile riconoscere, a partire dal 1926 abitò lungamente a Forte dei Marmi, catturandone i fasci di canne, gozzi tirati a secco e la banchina del molo, insieme alla spiaggia bianca affollata dai pescatori e dalle loro reti stese ad asciugare. I funerali dell’anarchico Galli, un suo dipinto completato nel 1911, è custodito al Museum of Modern Art di New York.

In riconoscimento della sua arte, nel 1941 era diventato professore di pittura all’Accademia di Brera. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, gradualmente cambiò le atmosfere dei suoi paesaggi, smorzandone le superfici e con il dosaggio di una maggiore luminosità. Nel 1962, al Palazzo Reale di Milano venne allestita una mostra antologica della sua opera. Carlo Carrà https://www.arteinvestimenti.it/artista/carlo-carra/ morì quattro anni dopo, in un giorno di primavera d’aprile. L’Ovale delle Apparizioni, un suo dipinto ad olio del 1918, è ospitato alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Lui riposa al Cimitero Monumentale di Milano, dove sulla sua tomba è collocata un’opera di Giacomo Manzù.

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