DOVE UN RAGGIO DI SOLE CANCELLA MILIONI DI OMBRE – Nelle terre di un poverello d’Assisi, desiderando poco e quel poco che desideri desiderarlo poco

Fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile

Esistono luoghi dove accadono cose speciali, come le radici di un albero che abbracciano la roccia, un plenilunio appena velato da una nube o una collina dove nasce un bambino destinato a modificare la percezione della pittura. Puoi andare nell’Italia centrale http://www.italia.it/it/home.html per comprendere come tutto ciò è accaduto, e continua a perpetrarsi.

Vicchio è stata la patria natale di due maestri dell’arte figurativa: Giotto di Bondone e il Beato Angelico. La casa natale di Giotto di Bondone http://www.zoomedia.it/Vicchio/Giotto.html fu ritratta da molti pittori. Come venne rilevato nel corso dei primi rilievi sulle strutture, essa era un’appendice di un’antica casa signorile, sorta dopo il XV secolo. Poco distante da Vespignano, il cinquecentesco Ponte di Ragnaia ha sostituito un precedente ponte medioevale, dove avvenne l’incontro tra il pittore Cimabue e il pastorello Giotto, intento a disegnare una pecora.

A Firenze dipinse una pala d’altare conosciuta come la Madonna degli Ognissanti (ora nella Galleria degli Uffizi). Le sue opere introducono le innovazioni dello stile rinascimentale, sviluppatesi un secolo dopo. Nato intorno al 1266 sul colle di Vespignano (Firenze), divenne il più importante pittore italiano del 14° secolo. Giotto di Bondone http://www.travelingintuscany.com/arte/giotto.htm è venerato come padre della pittura europea. Intorno al 1310, firmò la decorazione dipinta dell’interno della Cappella degli Scrovegni a Padova.

A volte, il ricordo di un viaggio in Assisi http://www.visit-assisi.it/ può essere il ricordo di una persona che abbiamo incontrato, il ristorante dove abbiamo mangiato un’anatra agli asparagi (su letto d’arancio), il sorriso di un parcheggiatore d’auto o la musica che abbiamo ascoltato dentro una suggestiva basilica, di primo mattino, dove all’esterno una leggera foschia galleggiava sopra una vasta pianura. Tutto ciò mentre una suora usava un aspirapolvere, a pochi metri dalla tomba di un uomo che volle essere povero.

Il più illustre dei suoi cittadini vi nacque nel 1182. Assisi http://www.visit-assisi.it/storia-e-cultura-2/storia/le-prime-fonti/ è una città di origine Romana, ne sono testimonianza numerosi monumenti (come la facciata del Tempio di Minerva, l’Anfiteatro e le Mura). Le cronache che riguardano la vita di San Francesco, attestano che nella sua giovinezza eccelleva nella composizione dei canti, le canzoni di maggio https://www.calendimaggiodiassisi.com/la-festa eseguite dai giovani che si spostavano nei quartieri della città. Non soltanto. Quei giovani iniziarono a cantare nei cori delle chiese, dando luogo alle cappelle musicali.

Chi non ha immaginato di rompere con la vita ordinaria, immaginando di trascorrere i propri giorni in un luogo remoto, dove separare il superfluo dall’essenziale? Forbes ha stilato la classifica dei luoghi più remoti del nostro pianeta. Ne esistono anche in Italia di con luoghi per ritrovare la pace, in Toscana, Umbria e Marche https://www.ilturista.info/ugc/info/tour/953-Soggiorno_in_convento_monastero_eremo_abbazia_e_santuario_ecco_dove_in_Italia/, dove l’accoglienza ispirata al silenzio è diventata uno stile di vita.

L’eremo delle Carceri https://www.assisiofm.it/eremo-delle-carceri-assisi-103-1.html sorge nei pressi di alcune grotte naturali, frequentate da eremiti già in età paleocristiana. Situato a 4 chilometri da Assisi, a 791 metri di altitudine sulle pendici del monte Subasio, l’eremo è un luogo in cui Francesco d’Assisi e i suoi seguaci si ritiravano per meditare, in un bosco di lecci secolari e piccole cappelle, dove ancora oggi i pellegrini si ritirano in contemplazione http://turismoreligioso.umbriaonline.com/eremo-delle-carceri-di-assisi.html.

Si può riconoscere un saio francescano a cento metri di distanza. Realizzato a forma di sacco, il saio ha forte valenza penitenziale, perché realizzato con tessuti grossolani, maniche larghe e legato alla vita con un cordone. Questo abito indossato da monaci, venne usato come abito permanente da Francesco d’Assisi: “tutti i frati portino vesti umili e sia loro concesso di rattoppare con stoffa di sacco e di altre con la benedizione di Dio, perché possano avere una veste nel regno dei cieli”.

Nell’affrontare tutti gli aspetti della creazione come suora o fratello, Francesco d’Assisi ha dimostrato il suo desiderio di essere in relazione con tutta la creazione. Sulle rive del lago Michigan, nel 1849 alcune donne della Baviera (Germania meridionale) fondarono le suore di San Francesco d’Assisi https://www.lakeosfs.org/.

La macchina fotografica giusta per iniziare a fare foto è una reflex (compatta, bridge oppure omirrorless), perché comoda da portare in giro. Nella fotocamera reflex https://en.wikipedia.org/wiki/Single-lens_reflex_camera, puoi cambiare gli obiettivi. La tua prima reflex puoi comprarla usata, perchè risparmi e la qualità rimane la stessa. Se vuoi imparare a individuare e fotografare i migliori soggetti, allenati a farlo in luoghi impensabili, come ha sempre fatto Mauro Galligani.

Superbo nel trasmetterci l’emozione della presa diretta, è un testimone oculare dei grandi avvenimenti della cronaca internazionale. Nato nel 1940 a Farnetella (Siena), ha frequentato la Scuola di Cinematografia di Roma. Profondamente influenzato dal cinema neorealista, Mauro Galligani   https://www.panorama.it/foto/grandi-fotografi/alla-luce-dei-fatti-mauro-galligani-mostra-ad-arezzo/ divenne fotoreporter per un giornale italiano, seguendo i grandi avvenimenti della cronaca internazionale.

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