FRANCESCO GUCCINI, L’ETERNO STUDENTE – Il cantautore che sapeva di non sapere niente

Il cantautore che è studiato nelle scuole come esempio di poeta contemporaneo.

Modena si trova tra Bologna e Parma. La sua principale fonte di economia è la produzione di auto, tra cui Ferrari e Maserati. Non solo, è una città ricca di cultura, piena di fantastici edifici e musei. Costruita in stile romanico, la sua cattedrale è un bellissimo edificio, certamente anche per te il punto forte di questa città. In questa città è difficile non diventare ossessionati dal cibo: devi andare al mercato giornaliero di Mercato Albinelli di Modena, dove l’ossessione raggiungerà i tuoi desideri. Il Museo Enzo Ferrari https://musei.ferrari.com/it/modena sarà anche per te una esperienza coinvolgente da vivere, un luogo che racchiude la storia del fondatore della casa automobilistica che ha realizzato alcune tra le auto più belle di sempre. Qualche ricordo di Modena? Il modello in scala della mitica Ferrari F500 F2 1953 https://store.ferrari.com/it-sm/modellini-auto-1-18_cod7789028784781546.html#dept=Models-Scales_ICON_COLLECTIBLES insieme al CD di un cantautore-poeta che è nato sotto questo cielo.

Crescendo artisticamente, non si è mai lasciato imporre i ritmi dall’industria discografica, preferendo i suoi brani musicali soltanto quando sentiva di avere realmente qualcosa da dire. La sua carriera artistica inizia quando entra a far parte di gruppi rock, scoprendo Bob Dylan. Negli anni ’60 si fa conoscere come autore di “Auschwitz” e “Dio è morto”, una canzone di profonda spiritualità. Nato a Modena in un giorno di giugno del 1940, FRANCESCO GUCCINI aveva trascorso i primi anni di vita a Pavana, sull’Appennino pistoiese. Dopo la seconda guerra mondiale tornò a Modena, lavorando come giornalista. Nel 1961 si iscrive all’università di Bologna, dove completa gli esami, ma non si laurea.

Politico è il suo modo di raccontare le cose, un modo connesso ad una forma dubitativa espressa attraverso una velata ironia. FRANCESCO GUCCINI ama considerarsi come un vecchio cantastorie, dai quali ha ereditato una tecnica unica nel suo genere. Ancora oggi, lui è studiato nelle scuole come esempio di poeta contemporaneo. Un momento fondamentale della sua vena creativa musicale è una ballata anarchica ispirata a una storia vera del 1893, una canzone che è considerabile come il suo inno: “La locomotiva”.

LA LOCOMOTIVA – Non so che faccia avesse, né il suo nome con quale voce parlasse, con quale voce poi cantò per quanti anni aveva visto allora, di che colore erano i suoi capelli, ma nella mia immaginazione ho i suoi eroi di immagine sono tutti giovani e belli. Conosco invece l’era dei fatti, quale fu la sua occupazione nei primi anni del secolo, macchinista, ferroviere. I giorni in cui iniziò la guerra, la guerra santa del povero il treno parve allo stesso modo una leggenda del progresso, che sfrecciava sul continente e la locomotiva sembrava essere uno strano mostro che l’Uomo dominava con i suoi pensieri e la sua mano, ruggendola dietro di esso distanze che sembravano infinite sembravano avere dentro una tremenda potenza, la stessa potenza della dinamite. Ma un’altra grande forza spiegò poi le ali, parole che dicevano “tutti gli uomini sono uguali”, e contro i re ei tiranni esplose per la strada, la bomba proletaria e illuminò l’aria della torcia dell’anarchia. Ogni giorno un treno passava davanti alla sua stazione, un treno di lusso, una destinazione lontana che vedeva persone rispettate, pensava a quel velluto e oro che pensava dei giorni magri delle persone intorno a lui, pensò al treno pieno di signori. Non so cosa sia successo, perché abbia preso la decisione, forse un’antica rabbia, generazioni senza nome che gridano vendetta, hanno accecato il suo cuore che ha dimenticato la pietà, ha dimenticato la sua bontà, la sua bomba, il motore a vapore. E in pista c’era la locomotiva, la macchina pulsante sembrava essere viva, sembrava un giovane dollaro che, il freno liberò il binario con muscoli d’acciaio con la forza cieca del lampo. L’altro treno correva inconsapevole e quasi senza fretta, nessuno immaginava che fosse diretto alla vendetta, ma alla stazione di Bologna arrivò la notizia in un lampo di emergenza, agito con urgenza: un pazzo si è lanciato contro il treno. E intanto corre, corre, corre ancora più forte e corre, corre, corre, corre verso la morte, e nulla ormai può trattenere l’immenso potere distruttivo che attende solo per l’incidente e poi arriva al manto del grande consolatore. La storia ci dice come la corsa concluse la macchina deviata lungo una linea morta con l’ultimo dei suoi animali che urlava la macchina eruttò metallo incandescente e la lava esplose contro il cielo, poi il fumo allargò il velo che lo sollevarono, lui era ancora respirazione.

Le proprietà intellettuali delle immagini che appaiono in questo blog corrispondono ai loro autori. L’unico scopo di questo sito è quello di diffondere la conoscenza di queste persone creative, consentendo ad altri di conoscere le loro opere. Per approfondire questo tema, puoi digitare: https://www.youtube.com/watch?v=wd9r0xTGhyo

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