GABRIELA MISTRAL – Quando la bellezza dell’amore è l’ombra di Dio sull’universo

Lucíla Godoy Alcayaga era nata il 6 aprile 1889 a Vicuña (un comune del nord cileno, che confina con l’Argentina). La sua carriera deve il successo alle sue capacità oratoriali, ed alla sua perseveranza insopportabile. Aveva iniziato la sua carriera di scrittrice pubblicando articoli, spesso controversi, che sostenevano i diritti delle donne. I suoi versi sono difficili da recitare, a causa della loro durezza. Ha difeso i diritti delle donne e dei poveri, ed anche la necessità della pace, non solo in America Latina (il femminismo è una crescente preoccupazione in America Latina dove si verificano il 50% di vittime femminili del mondo).

Il suo nome è stato il sinonimo di femminismo e poesia evocativa. Nata in una modesta famiglia cilena (con origini basche e indios), Gabriela Mistral ha incarnato nelle sue opere i valori culturali del’intero continente latino-americano. È stata la prima autrice spagnola a ricevere il premio Nobel in letteratura. Una ricerca mistica per l’unione con la divinità e tutta la creazione, aveva sempre caratterizzato la sua vita personale. Con uno stile contrassegnato dal suo disprezzo per gli elementi esteticamente gradevoli, scoprirai che i suoi scritti sono molto emozionanti. È spesso considerata – insieme a Pablo Neruda – come una delle voci letterarie più importanti del Cile.

RIVEDERLO ANCORAMai, mai più? Non in notti piene di stelle tremolanti, o durante la luminosità primordiale dell’alba, o pomeriggi di sacrificio? O sul bordo di un sentiero pallido che circonda le terre agricole, o sul bordo di una fontana tremante, sbiancata da una luna scintillante? O sotto le lussureggianti, rigogliose foreste della foresta dove, chiamando il suo nome, sono stata superato dalla notte? Non nella grotta che restituisce l’eco del mio grido? Oh no. Per vederlo di nuovo, non importa dove, in un luogo paradisiaco o all’interno del vortice bollente, in lumi sereni o in paura senza sangue! Essere con lui, ogni primavera e inverno, uniti in un abbraccio angosciato, intorno al suo collo sanguinante!

IO NON SONO SOLALa notte, è il deserto dalle montagne al mare. Ma io, colei che ti rovina, non sono sola! Il cielo, è deserto per la luna che cade al mare. Ma io, che ti tengo, non sono sola! Il mondo, è deserto. Tutta la carne che vedi è triste. Ma io, colei che ti abbraccia, non sono sola!

PICCOLI PIEDIPiccoli piedi di bambino, azzurri, azzurri con il freddo. Come posso vedere e non proteggerti? Dio mio! Piccoli piedi feriti, sbucciati dai ciottoli, abusati dalla neve e dal suolo! L’uomo, essendo cieco, ignora che, se passi, lasci un fiore di luce brillante, dove hai messo i tuoi passi che sanguinano, cresce una tuberosa ricca. Poiché, però, percorri le strade così dritte, sei coraggioso, senza colpa. I piccoli piedi del bambino, due piccole gemme sofferenti. Come può passare la gente, senza guardare.

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