GIOVANNI VENTURA, MEDICO DELLA PESTE – La memoria amara di giorni terribili

Quando le strade erano vie di contagio

All’interno del fascicolo 443, nell’archivio storico di una città, è ancora oggi custodito un contratto redatto nel 1479 tra un giovane medico e le pubbliche autorità di quei luoghi. In cambio dello stipendio mensile di trenta fiorini, nonché di una casa confortevolmente per lui arredata in città, Giovanni Ventura doveva curare gli appestati di Pavia, limitandosi però a quelli affetti da peste bubbonica. Credeva che la sua maschera potesse purificare l’aria avvelenata, così come che l’uso di appositi guanti e di un largo cappello potessero proteggerlo. https://www.focus.it/cultura/storia/il-medico-della-peste

All’interno delle mura di quella città della Lombardia, l’uomo che tutti chiamavano “il Medico con il becco” indossava un professionale soprabito cerato. Durante la peste del 1636, l’abito da lui indossato venne usato anche dai medici di Nimega e Venezia, Roma e Napoli. Accostandolo mentalmente ed emotivamente all’idea della morte, nemmeno la gente di Pavia amava l’abbigliamento da lui indossato nel fare il suo rischioso lavoro.  Nel visitare gli appestati, senza mai toccarli, Giovanni Ventura utilizzava un lungo bastone di legno e prescriveva loro improbabili antidoti alla peste. https://www.epicentro.iss.it/territorio/aosta/anziani/09_MALATTIE%20E%20CURE%20DI%20UN%20TEMPO.pdf

Come ulteriori precauzioni, il suo viso era coperto da una maschera con occhiali, integrata da un cono a forma di becco contenente essenze profumate. Giovanni Ventura non bestemmiava e nemmeno usava un linguaggio sconcio. Si asteneva dalle risposte ambigue, era coraggioso e di buone maniere, consapevole del pericolo che correva nell’essersi impegnato a comportarsi compassionevolmente con qualsiasi appestato di Pavia. Inoltre, saggio e professionale nelle sue prognosi, non disdegnava mai di collaborare con i suoi colleghi. https://www.amazon.it/Medico-al-tempo-della-peste/dp/889962710X 

Di quel medico della peste, l’uso di maschera, becco e dello strano abito caddero in disuso soltanto a partire dal Settecento. A Pavia, il medico dal lungo becco compariva quando era chiamato presso i contagiati nei luoghi colpiti dalla peste. Giovanni Ventura non aveva ne moglie ne figli, rispettava le autorità che gli avevano concesso la cittadinanza ed era di poche parole con tutti gli appestati, dai quali non pretendeva compensi, poichè già stipendiato dal comune. Non soltanto. Con almeno dieci giorni di preavviso, poteva lasciare l’incarico. https://www.aboutpharma.com/blog/2021/04/16/la-lunga-storia-delle-mascherine-da-quelle-a-becco-alle-filtranti/

Come protezione contro l’infezione, alcune delle donne che a Pavia si erano ammalate di peste, che Giovanni Ventura toccava con il suo lungo bastone, appeso al collo avevano un “pomander” traforato di forma sferica, spesso realizzato in oro oppure in argento. Con scollature tanto grandi da non lasciare nulla all’immaginazione, le elaboratissime “cipriane” delle sue ammalate si allacciavano sul davanti, dalla gola fino ai piedi, dunque, lui era costretto a slacciare con i guanti lunghe file di bottoni, spesso preziosi, sotto i quali il misterioso bacillo si diffondeva nei linfonodi ascellari o inguinali. Era invece tra gli uomini che, a volte contenente più profumi, quel fragrante pendente era attaccato alla cintura. https://www.ilpalio.org/gabrielli_pestetrasmissione.htm

Con forme, colori e nuove stoffe, le donne che lui cercava di curare manifestavano l’appartenenza sociale attraverso abiti diversi, che ricoprivano tuttavia piaghe uguali per tutte loro, indifferentemente dal ceto sociale. L’abito più indossato in ogni classe sociale, da uomini cavallereschi, cortesi o onorevoli agli asinai, era una gonnella ampia dalla vita in giù, che serrata sui fianchi da una cintura veniva indossata sopra gli indumenti intimi. Nell’entrare nelle case degli appestati, il medico Giovanni Ventura ne trovava alcuni vestiti anche con una camicia lunga, dalla scollatura rotonda e con maniche strette. https://www.panorama.it/news/salute/gli-indumenti-protettivi-nei-secoli-dalla-peste-nera-al-coronavirus-storia-e-foto

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