IL CUBUSMO PSICHICO – Gino Severini e lo svilupparsi del cubismo, fino al manifesto della pittura futurista

Dove spazio e tempo si fondono in luci e colori

Qui a Cortona https://www.discovertuscany.com/it/cortona/info-utili.html, la civiltà etrusca ha lasciato molte tracce, prima di essere conquistata dai Romani. Le origini del suo Museo dell’Accademia Etrusca risalgono al 1727. Tra storia e leggenda, sanguinose battaglie, arte e religione, queste colline contengono una tappa fantastica nel sud della Toscana. Non dimenticare di percorrere il sentiero che conduce alla Fortezza di Girifalco, impressionante struttura trapezoidale che ha sfidato il tempo, per mostrarti la sua bellezza. In questa terra antica, sospesa tra presente e passato, un pittore italiano ha saputo fondere stili, luci e colori.

Frequentatore di cabaret, lui rappresentò in capolavori il mondo parigino notturno fatto di luci e danze. Nato a Cortona in un giorno d’aprile del 1883, giunse diciottenne a Roma, conoscendovi lo stile della pittura divisionista, poi approfondito a Parigi, dove fu a contatto con Picasso, Gris e Apollinaire. Nel 1909, Gino Severini https://www.cortonamia.com/gino-severini/ era stato tra i firmatari del Manifesto del futurismo. Nel 1912, i pittori italiani Boccioni e Carrà lo raggiunsero a Parigi, organizzarono la prima mostra dei futuristi. Nel 1913, sposò la figlia del poeta Paul Fort.

Per studiare la pittura francese degli impressionisti e dei post-impressionisti, conobbe gli esponenti delle avanguardie artistiche di Parigi, tra cui Signac, Modigliani e Max Jacob. In chiave di decorativismo astratto, nel secondo dopoguerra, Gino Severini https://dueminutidiarte.com/2019/07/21/gino-severini-breve-biografia-e-opere-principali-in-10-punti/ tornò creativamente ai soggetti del suo periodo futurista, aderendo sul tema del lavoro al progetto della collezione Verzocchi con l’opera Simboli del lavoro, attualmente conservata presso la Pinacoteca Civica di Forlì. A seguito di una crisi religiosa, si dedicò all’arte sacra in grandi affreschi e mosaici.

Nel 1913, a Londra fu allestita la sua prima mostra personale, poi presentata anche a Berlino. Aveva condiviso lo studio romano con il genero, in Via Margutta. Quello spazio è diventato sede del loro archivio, comprendente fotografie e oggetti personali custoditi dagli eredi. Lui ha saputo unire rigore costruttivo e fantasia all’arte, raggiungendo la massima espressività con i valori del futurismo e del cubismo. Trasferitosi a Parigi, dove ebbe una cattedra di mosaico, Gino Severini https://cortonamaec.org/it/le-opere/ morì nella sua casa in un giorno di febbraio del 1966. Le sue spoglie vennero traslate a Cortona, sua città natale.

Più tardi nella sua carriera, ha creato pannelli decorativi, affreschi e mosaici, diventando coinvolto nella scenografia e nella progettazione di costumi per il teatro. Nel 1921, Carlo Severini https://www.amazon.it/Dal-cubismo-classicismo-Gino-Severini/dp/8884163137 pubblicò un libro, Dal cubismo al classicismo, in cui discuteva delle sue teorie sulle regole di composizione e proporzione. La sua autobiografia La vita di un pittore, fu pubblicata nel 1946.

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