IL PETRARCHISMO E IL MADRIGALE ITALIANO – Fenomenologia della comunicazione letteraria ai tempi di Mattio Rampollini

Quando l’originalità musicale è fedele alla tradizione

Con il loro ruolo di guardiani, suonando un primitivo oboe, i menestrelli municipali presidiavano le torri cittadine del XIV secolo e avvertivano l’imminenza di un pericolo. In Germania, era loro assegnata una tromba con cui avvisare il passaggio di una nave sul fiume. Impararono anche a suonare le campane in caso d’incendio e a dare ai cittadini, alle chiese o alla corte degli intrattenimenti musicali, trasformandosi negli anni in musicisti girovaghi https://core.ac.uk/download/pdf/156786798.pdf. Durante il tempo, i menestrelli svilupparono il Madrigalismo, uno stile riguardante il complesso delle scelte e dei mezzi espressivi di una tradizione letteraria-musicale.

Nel Cinquecento, la vita dei musicisti è parte integrante del tessuto sociale cittadino. Nascono nuovi strumenti musicali e nuove pratiche che donano sfarzosità alle celebrazioni ecclesiastiche e dell’aristocrazia. Gilde musicali borghesi si incontravano per cantare brani di propria composizione, facendo in modo che la musica seguisse regole accademiche ed artistiche. Con feste allietate dal suono di archi e flauti, anche trombe e tamburi conferivano alla nobiltà e ai nuovi ricchi prestigio e rango sociale https://www.docsity.com/it/il-madrigale-delle-origini/5900270/. Nelle loro forme musicali, il madrigalismo era un testo musicale rigorosamente aderente al testo poetico.

Nella lista dei compositori attivi in Europa all’inizio del Cinquecento, alcuni furono attivi al passaggio dalla musica medioevale a quella rinascimentale. L’inglese John Merbecke è stato un compositore e teologo autore della musica per chiesa anglicana. Arnold von Bruck, è invece stato attivo in numerose Corti della casata degli Asburgo. La prima raccolta di canzoni del francese Claude Goudimel, risale al 1549, mentre il compositore e liutista Hans Neusidler (nativo dell’odierna Bratislava), insegnò il liuto pubblicò otto libri di musica per liuto https://imslp.org/wiki/Basciami%2C_vita_mia_(Rampollini%2C_Matteo). Nel linguaggio madrigalistico, un componimento inferiore ai quattordici versi aveva una struttura metrica di brevi strofette, chiuse da un distico a rima baciata alla fine.

Era una composizione musicale o lirica originaria dell’Italia. L’origine della parola “madrigale” è in riferimento al contenuto rustico e dialettale”. La sua forma originale praticata nel secolo XIV, era costituita da endecasillabi (variabile da sei a quattordici), ripartiti in strofette con vari incontri di rime, sempre con una rima baciata finale. Un madrigale musicato da Giovanni da Firenze, con terzine di musica identica ma ritornello finale musicato diversamente, segue l’andamento del testo poetico: “Agnel son bianco e vo belando be, e, per ingiuria di capra superba belar convengo e berdo un boccon d’erba. El danno è di colui, io dico in fè che grasso mi de’ aver con lana bionda, se capra turba e non m’abbi tonda. Or non so bene che di me sarà, ma pur giusto signor men mal vorrà“.

Il cantore e compositore italiano Bernardo Pisano, nato a Firenze nel 1490, è stato un madrigalista compositore di musica profana. Il liutista e compositore veneziano Francesco Spinacino, trascorse un certo periodo della sua vita a Venezia, dove furono pubblicate le sue opere per liuto. Celebre per i suoi madrigali e primo polifonista italiano di fama internazionale, Costanzo Festa scrisse anche musica sacra. Attivo a Firenze e noto per i suoi madrigali composti per il divertimento dell’opulenta corte dei Medici, Mattio Rampollini musicò un ciclo di canzoni del Petrarca, pubblicate nel 1554 http://www.mymusicbase.ru/PPS4/sd_4730.htm.

Attraverso i suoi giochi fonici, il madrigale italiano del Cinquecento rifletteva intuitivamente il senso di un testo poetico, creando fioriture ondeggianti in corrispondenza di specifiche parole. Niente è noto dei primi anni di formazione del musicista e sacerdote Mattio Rampollini, nato a Firenze nel 1497 in una famiglia della parrocchia di S. Felice in Piazza https://www.bongiovanni70.it/en/products/79518. Nel 1515 era maestro di canto fermo e figurato per chierici; fino al 1528 il suo nome compare in alcuni documenti della cattedrale di S. Maria del Fiore, dove tornò nel 1533, per preparare musica per la settimana santa. Nel 1539 fornisce due madrigali ai festeggiamenti per lo sposalizio di Cosimo de’ Medici, cui dedicò il suo “Primo libro de la musica” https://www.youtube.com/watch?v=cz1os932u5U.

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