LE MOLTE SFACCETTATURE DI UNO SPAGNOLO CHE NON DIVENTÒ SCRITTORE – Eduardo Arroyo e la sua arte neo-figurativa

Quando una parola è un’immagine, e un dipinto è una parola

Grazie alla sua collezione di oltre 8.600 dipinti, il Museo Nazionale del Prado di Madrid https://www.museodelprado.es/en può contribuire a lasciare una impronta indelebile nelle tue memorie di viaggio. Immaginandolo in questo modo, avrai necessità di associarne alla mente uno speciale itinerario di almeno dieci capolavori, a partire da Las Meninas di Diego Velazquez e il Giardino delle Delizie di Hieronymous Bosch, il 3 maggio 1808 di Francisco Goya, le Tre Grazie di Pieter Paul Rubens e Maja Desnuda & Maja Vestida di Francisco Goya, l’Adamo ed Eva di Tiziano e quello di Rubens, per finire con l’Annunciazione del Beato Angelico. Ti consigliamo, prima di iniziare questo viaggio nella creatività artistica, di acquistare Al pie del canon, un libro del pittore Eduardo Arroyo https://www.elbaeditorial.com/catalogo/libro/al-pie-del-canon.

Eduardo Arroyo http://www.artnet.com/artists/eduardo-arroyo/, nato a Madrid nel 1937, è stato un pittore i cui quadri sono impregnati di denuncia politica e sociale. Sua madre, donna lontana dalle convenzioni sociali, era originaria di Robles de Laciana, città dove lui trascorse parte dell’infanzia, età in cui le sue abilità pittoriche erano già evidenti. Emigrato a Parigi nel 1958, partecipò alla mostra La figurazione narrativa. A Parigi si era stabilito a Montparnasse, integrandosi nell’atmosfera bohémien di quel quartiere. La sua prima mostra personale è stata nel 1961, alla Galleria Claude Levin, dove espose una serie di ritratti.

Gli anni novanta segnarono il suo insediamento anche nei circoli artistici spagnoli. Fin da piccolo amava disegnare, arrivando a pubblicare cartoni sui giornali. Suo padre appassionato di spettacolo teatrale, scrisse e interpretò opere teatrali, stabilendo amicizia con Federico García Lorca e Jacinto Benavente. Eduardo Arroyo https://www.wikiart.org/en/eduardo-arroyo frequentò il Lyceum francese di Madrid, avvenimento che durante la sua vita gli aprì la possibilità a conoscere una cultura che gli sarebbe state indispensabile. Sempre a Madrid, frequentò la Zurbano Street School of Journalism.

La dittatura di Franco aveva creato un clima per lui insopportabile, ecco perché decise di emigrare a Parigi, dove Eduardo Arroyo http://www.eduardo-arroyo.com/ conobbe altri esiliati spagnoli che contribuiranno ad alimentare la vena creativa nelle sue opere. Nel 1960 partecipò al Salone dei giovani pittori, dove presentò un suo dipinto, La corrida du papillon. Nel 1963, al Salone della III Biennale di Parigi, denuncia il totalitarismo, partecipando alla collettiva Macello, con i ritratti di quattro dittatori europei. In quello stesso anno incontrerà pittori della figurazione narrativa, iniziando in particolare una collaborazione con Recalcati e Aillaud. Finalmente a Madrid, dove morì all’età di 81 anni, attorno al 1985 dipinse tipiche donne spagnole. I suoi lavori sono presenti in molti importanti centri d’arte mondiali.

Per ampliare il tuo orizzonte di conoscenza su altri pittori, puoi digitare https://meetingbenches.net/category/pittori/. L’unico scopo di questo sito è diffondere la conoscenza di questi artisti, per farne apprezzare le loro opere. Le proprietà delle immagini che appaiono in questo blog corrispondono ai loro autori.

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