PER NON SENTIRSI SOLI, CREARE SITUAZIONI E PERSONAGGI – Blanca Varela: penso che la poesia sia diretta all’altro che puoi essere te stesso.

Quando il poeta è un essere umano come gli altri.

Il ristorante El Señorio del Sulco https://www.senoriodesulco.com/, è famoso per il suo repertorio di tradizione costiera peruviana, che mescola influenze spagnole e indigene. La città che ha ispirato il romanziere Mario Vargas Llosa, è stata la casa dei più amati romanzieri e poeti peruviani del paese. Lima, rimane un ottimo posto per camminare sulle orme di chi scrive. Quando entri in Bar Queirolo http://antiguatabernaqueirolo.com/, non dimenticare vhr ha servito scrittori peruviani per generazioni. Il tuo libro dei ricordi poetici peruviani? La Librería El Virrey https://www.elvirrey.com/, un negozio in una delle migliori posizioni di Miraflores.

Considerata una delle voci poetiche più importanti del genere in America Latina. BLANCA VARELA era una scrittrice nata a Lima in un giorno d’agosto del 1926. In questa città è stata attratta dalla poesia, studiando presso l’Università di San Marcos, dove incontròun pittore che sarebbe stato il suo futuro marito e padre dei loro due figli. A Parigi, nel 1949 incontro Octavio Paz, entrando così in contatto con la vita letteraria del tempo. Lei visse anche a Firenze ed a Washington, dedicandosi alla traduzione ed al giornalismo.

Nel 2006, è diventata la prima donna a vincere il premio internazionale di poesia “Federico García Lorca”. Lei non era abituata a rilasciare interviste, ed anche le sue apparizioni in pubblico furonopiuttosto scarse. Il riconoscimento internazionale del suo lavoro è testimoniato dal fatto che alcune delle opere di BLANCA VARELA sono state tradotte in tedesco, francese, inglese, italiano, portoghese e russo. Morì a Lima in un giorno di dicembre del 2009.

SIGNORA BIANCA – Il poema è il mio corpo, questa poesia la carne affaticata, il sogno che il sole attraversa deserti i confini del tocco dell’anima. E ti ricordo Dickinson, prezioso morbido fantasma. Mancano il tempo e la distanza nella bocca dell’altro, cadi nell’aria, sei l’aria che colpisce con sale invisibile la mia fronte. Le estremità del tocco dell’anima sono chiuse, la terra viene udita ruotare. Quel rumore senza luce sabbia cieca, colpendoci in questo modo saranno occhi che erano bocca, che ha detto mani che si aprono e si chiudono vuote, distanti nella tua finestra. Vedi il vento che passa, ti vedi passare la faccia nelle fiamme postume, la stella dell’estate e cadi neve fatta di uccelli nella fonte della terra nell’oblio. E torni con il falso nome di una donna, indossando i tuoi vestiti invernali con i tuoi vestiti bianchi invernali in lutto.

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