E NOI REALMENTE NON CONOSCIAMO – Leggendo poesie di Jacques Prévert

Le sue poesie sono spesso sulla vita a Parigi e sulla vita dopo la seconda guerra mondiale. Una delle sue poesie più famose – Barbara – era molto popolare tra i giovani francesi degli anni cinquanta. Lui era un poeta e sceneggiatore francese, e le sue poesie rimangono molto popolari in tutto il mondo di lingua francese. Alcuni dei film che Jacques Prévert ha scritto, sono molto ben considerati (come Les Enfants du Paradis https://www.youtube.com/watch?v=pbQcW9zznv0 considerato uno dei più grandi film di tutti i tempi). Nel 1925, aveva iniziato ad associarsi con i surrealisti (tra cui André Breton e Louis Aragon). Nel 1930, aveva lavorato con una compagnia teatrale legata al partito comunista. Aveva anche iniziato a scrivere sceneggiature, ed il suo primo film era apparso nel 1932. “Paroles” (prima collezione di poesie di Prévert), è apparsa in ritardo, nel 1945.

CANZONE – Che giorno è? Noi siamo tutti i giorni, amico mio. Siamo tutta la vita, amore mio. Noi amiamo e viviamo, viviamo e amiamo, e noi non sappiamo veramente cosa è la vita. E noi non sappiamo veramente ciò che il giorno è, e noi non sappiamo veramente cosa sia l’amore.


IMMENSO E ROSSO – Sopra il Grand Palais appare il sole d’inverno, e scompare come se il mio cuore scomparirà e tutto il mio sangue andrà. Vado a cercarti amore mio, la bellezza è trovarti là dove sei.

PRIMO GIORNO – Fogli bianchi in un armadio, fogli rossi su un letto. Un bambino nella sua madre. La madre in agonia. Il padre nel corridoio. Il corridoio in casa. La casa nella città. La città nella notte. La morte in un grido e il bambino nella vita.

PRIMA COLAZIONE – Il suo mettere il caffè in tazza, ha messo il latte nella tazza con il caffè, ha messo lo zucchero nel café au lait. Con il cucchiaino si mosse, lui beveva il caffè au lait e tornò la coppa. Senza parlare in un colpo accese una sigaretta. Ha fatto gli anelli con il fumo, ha messo le ceneri nel portacenere. Senza parlare, senza uno sguardo si alzò, si mise il cappello in testa, ha messo su l’impermeabile, perché pioveva e mi ha lasciato sotto la pioggia, senza una parola, senza uno sguardo. E io, ho messo la mia testa tra le mani.

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