SEI SFUMATURE DI CREATIVITÀ MESSICANA – Dove una mano sogna ciò che l’altra scrive

Viaggio dove le coincidenze germogliano sugli ingranaggi del destino

Il miglior periodo per andarci va da novembre a aprile, durante la stagione secca. Un viaggio in Messico è fondamentale per gli amanti del turismo. Che ad attrarti sia il cuore della cultura maya, oppure le sue fantastiche città coloniali, certamente non resterai deluso. Naturalmente, scoprirai che esistono spiagge tra le più belle del mondo, che la sua deliziosa cucina comprende tacos, enchiladas, quesadillas e chilaquiles. Nella pianificazione dei tuoi spostamenti, ricorda che Quintana Roo https://www.visitmexico.com/en/quintana-roo è il posto più caro dello Yucatan, e che la zona più economica è quella di San Cristobal de las Casas https://recyourtrip.com/san-cristobal-de-las-casas-messico-chiapas/.

Del suo ricco ecosistema socio-culturale, México Creativo https://mexicocreativo.cultura.gob.mx/ ha l’obiettivo di incoraggiare il complesso culturale e creativo. Mexico, Territorio Creativo https://www.studiolaurianetwork.com/inspiring-presence-of-design-thanks-to-indoor-plants/, invece, è una partnership creata tra Studio Lauria e C Cubica Arquitectos per operare in modo innovativo sia in Italia che in Messico. Navigando su Amazon https://www.amazon.it/Sottosmalto-Coperchio-Casseruola-Stoviglie-microonde/dp/B08R14VZBR, invece, scoprirai l’esistenza di un terzo Messico Creativo, fatto a mano, e con fantastici sottosmalte colorati.

Se vuoi, puoi conoscere la creatività messicana anche attraverso uno dei tanti viaggi d’autore creati da Meeting Benches https://meetingbenches.net/category/viaggi_dautore/, osservando cioè con gli occhi di persone originali ed ecclettiche i luoghi e le attitudini artistiche di sei persone nate sotto la luce e le passioni del Messico. Insieme a loro, scrittori e pittori, fotografi, vignettisti e stilisti di moda, nonchè cantanti, scoprirai che il caso, l’essere nati in un certo luogo o in una certa epoca, contribuì ha mettere in luce le loro diverse attitudini creative.

Tra le opere d’arte degli artisti messicani, oltre ai dipinti Frida Kahlo esistono i murales di Diego Rivera e Rufino Tamayo. Sia attraverso i dipinti che con il suo corpo, la pittrice e poetessa Carmen Mondragón usava l’arte per esprimere il suo spirito ribelle. Sofia Bassi  invece, pittrice e scrittrice, http://www.artnet.com/artists/sof%C3%ADa-bassi/, ebbe notevole fama sia per il suo lavoro surrealista che per la sua vita personale. Per Sofia Bassi l’arte era un elisir, una vevanda rigeneratrice che avrebbe voluto bere per sempre. Per qualche critico d’arte il suo genere di lavoro era assimimilabile ad una qualche forma di impressione magica, tuttavia, per i più il suo è uno stile surrealista, anche nel dipingere paesaggi che rappresentavano continenti e città perdute. Oltre a realizzare propri dipinti, collaborò con molti artisti, creò un palcoscenico teatrale ed a Città del Messico dipinse la parete che separa il palco del Teatro de las Américas Unidas. Le sue opere si trovano perfino nel Museum of Modern Art di Tel Aviv e nel Museum of Guadalajara.

La sua vita iniziò nello stesso luogo di nascita di José Clemente Orozco e Juan José Arreola. La stazione radio XEQ, l’assunse per un programma di musica classica, così lei, presentata dall’annunciatore radiofonico con un complicato cognome polacco, vi creò mezz’ora di melodie. Come compositrice, tra i brani più noti di Consuelo Velázquez https://www.biografiasyvidas.com/biografia/v/velazquez_consuelo.htm ti ricordiamo Déjame quererte e Bésame mucho, composto nel 1941, il suo successo più conosciuto che finì con il diventare il suo biglietto da visita. Tre anni dopo, il pianista e cantante Nat King Cole rese celebre Consuelo Velázquez in tutto il mondo, infatti, venne cantata anche da Andrea Bocelli e Frank Sinatra. BACIAMI MOLTOhttps://www.youtube.com/watch?v=MY0fuEfBmD4 – Baciami, baciami molto, come se stasera fosse l’ultima volta. Baciami, baciami molto, perchè ho paura di perderti, di perderti dopo. Baciami, baciami molto, come se stasera fosse l’ultima volta. Baciami, baciami molto, ho paura di perderti, perderti dopo. Ti voglio molto vicino. Guardami negli occhi, ti vedo accanto a me. Pensa che forse domani sarò lontano, lontano da te. Baciami, baciami molto, come se stasera fosse l’ultima volta. Baciami, baciami molto, perchè ho paura di perderti, di perderti dopo.

Octavio Paz, premio Nobel per la letteratura nel 1990, è stato un poeta e scrittore messicano del quale ti consigliamo leggere Il labirinto della solitudine https://www.amazon.it/labirinto-della-solitudine-Octavio-Paz/dp/8867230387. Famosissima per il suo Amor es más laberinto https://web.seducoahuila.gob.mx/biblioweb/upload/AMOR%20ES%20MAS%20LABERINTO.pdf, la religiosa Juana Inés de la Cruz è stata scrittrice e poetessa. Guadalupe Nettel https://www.ibs.it/libri/autori/guadalupe-nettel, invece, indagando all’interno di un proprio difetto fisico, ha esplorato una sua diversa attitudine creativa. Il corpo in cui sono nata https://www.amazon.it/corpo-cui-sono-nata/dp/8806214705, è un libro in cui Guadalupe Nettel rivive con la mente una successione di avvenimenti inerenti la propria giovinezza, tra Messico e Francia, confrontandosi con alcune utopie degli anni ’70. Nelle pagine di questo suo romanzo ambientato nel Messico sessantottino, tra scuole con metodo Montessori ed esuli politici, ti interrogherai a proposito di come una macchia bianca nell’occhio possa contribuire a farti sentire diverso dagli altri. Forse anche tu prenderai in considerazione l’eventualità che quella macchia possa trasformarsi nel segno di una qualche differenza, oppure, nell’unicità del raccontare in modo originale una storia personale. Frammenti del deserto – Il paziente è colui che resiste e sopporta un’azione esterna su di lui per un tempo indeterminato. Entrare nel deserto implica diventare suo paziente. https://imafemario.wordpress.com/2015/07/21/fragmentos-del-desierto-guadalupe-nettel/.

A proposito di abiti messicani https://www.actualidadviajes.com/it/vestimentas-tipicas-de-las-mujeres-mexicanas/, potrai scoprire due capi d’abbigliamento che potrebbero entrare nel tuo modo di vestirti, il jorongo e la guayabera. Il primo è una felpa con cappuccio, di lana e tessuta spessa, con una tasca orizzontale aperta sul davanti, dove poter infilare le tue mani. La guayabera, invece, è una camicia leggera con colletto decorato in senso verticale con motivi geometrici, che anche la stilista Cristina Lynch ha deciso di utilizzare preservare le tradizioni del ricamo. L’eredità messicana di sua madre, nonché l’amore per l’arte, hanno motivato Cristina Lynch https://www.heatherbien.com/2020/06/look-for-less-a-less-expensive-alternative-to-mi-golondrina.html a preservare le tradizioni del ricamo a mano provenienti da ogni angolo della sua terra natale. Ogni suo capo dell’azienda, cucito a mano da abili artigiani che utilizzano metodi tramandati di generazione in generazione, nasce dentro villaggi messicani. Sin dall’inizio della sua avventura commerciale, Mi Golondrina ha optato per un salario equo da corrispondere ai propri artigiani, costruendo in tal modo relazioni durevoli ciascuna comunità messicana.

Il racconto di un tuo fotografico ricordo del Messico potrebbe comprendere le città di San Miguel de Allende e Guanajuato, le cascate pietrificate di Hierve el Agua in Oaxaca https://www.turismomexico.es/estado-de-oaxaca/cascadas-hierve-agua/ e il Río Secreto nella Riviera Maya. Un buon souvenir di questa terra potrebbe anche essere un libro illustrato di Rubén Ortiz Torres https://visarts.ucsd.edu/people/faculty/rub%C3%A9n-ortiz-torres.html, un fotografo così creativo che ha saputo dialogare anche con altre forme dell’arte. Attraverso immagini sportive e ritratti di eroi messicani, il suo lavoro attinge a fonti visive concernenti due nazioni. Nato nel 1964 a Città del Messico, questo fotografo, pittore e regista messicano ha realizzato, tra l’altro, una installazione video intitolata Alien Toy, inclusa nel 1997 a San Diego nello spettacolo InSite. Insieme a Jesse Lerner, nel 1995 Rubén Ortiz Torres ha co-diretto il lungometraggio documentario Frontierland. Considerato innovatore del postmodernismo messicano, ha creato lavori usando serie di fotografie e lungometraggi, nonché dipinti e sculture, collage fotografici e svariate performance d’arte.

Il nostro uso dell’umorismo è essenziale per un vero residente del Messico. Ovunque, la risata ha il compito di mimetizzare le ferite; quindi, il giusto stato d’animo è un modo conveniente e conveniente per tutti per vivere meglio. De broma en broma la verdad se asoma, cioè tra una battuta e l’altra si intravede la verità. Non dimenticate questo detto, messicano come Carlos Orozco Romero https://www.britishmuseum.org/collection/term/BIOG181593, un artista che partendo dai disegni ha saputo cogliere le sfumature della creatività anche i suoi murales. Suo padre, un sarto dalla scarsa istruzione, pensava che un paio di insegnanti avrebbero potuto fornirgli le basi del dipingere. Nato nel 1896 a Guadalajara (Jalisco), Carlos Orozco Romero divenne fumettista e pittore, con lavori apprezzati tra l’altro dall’Academia de Artes e al Salón de la Plástica Mexicana. I suoi temi creativi includevano i ritratti, ma imparò anche a dipingere paesaggi surreali. Nel 1939 era a New York con una borsa di studio, fu proprio in quell’occasione che lui https://www.britishmuseum.org/collection/term/BIOG181593 dipinse Los hilos, l’opera che da allora avrebbe identificato il suo modo di percepire l’arte.

L’unico scopo di questo sito è quello di diffondere la conoscenza di queste persone creative, permettendo ad altri di apprezzarne le opere. Se vuoi conoscere i nostri viaggi d’autore già pubblicati, puoi digitare https://meetingbenches.net/category/viaggi_dautore/.

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