SULLE TRACCE DI RAFFAELLO – Un “viaggio d’autore” da Urbino a Roma, seguendo il percorso artistico di un genio creativo.

La parabola esistenziale di un grande talento, attraverso i luoghi ed i volti dei suoi personaggi.

Le collezioni appartenenti alla Galleria Nazionale delle Marche, sono esposte nel Palazzo Ducale di Urbino (costruito per il duca Federico da Montefeltro), http://www.gallerianazionalemarche.it/en/ducal-palace/ dove accanto alle sue stanze (tra le torrette gemelle), il Duca fece uno studio costruito con intarsio di legno: il prestigio del museo è legato ai capolavori del Rinascimento che fanno parte del suo nucleo quattrocentesco (come la “Madonna di Senigallia” (di Piero della Francesca), la “Città Ideale” (attribuita a L. Laurana) e il “Ritratto di gentildonna” (Raffaello).

Dopo la sua morte, l’influenza del suo grande rivale Michelangelo fu più diffusa. È meglio conosciuto per le sue “Madonne” e per le sue grandi composizioni di figure nel Palazzo del Vaticano a Roma. RAFFAELLO SANZIO è nato in una giornata di aprile del 1483 a Urbino (Italia). A quel tempo, quella città era un centro culturale che incoraggiava le arti. Suo padre gli insegnò le tecniche di pittura di base, presentandolo alla corte del Duca di Urbino. Visse a Firenze (dove fu influenzato dalle opere dei pittori italiani Leonardo da Vinci, Michelangelo e Masaccio), città dove iniziò a dipingere una serie di Madonne. Era molto ammirato dai suoi contemporanei, anche se la sua influenza sullo stile artistico nel suo secolo era inferiore a quella di Michelangelo

Seguendo le tracce della vita di Raffaello Sanzio, il nostro itinerario d’arte arriva in una città dove lui (ancora giovanissimo), lavorò nella Chiesa di San Nicola. Città di Castello https://www.umbriatourism.it/en_US/-/citta-di-castello è una città nella parte settentrionale dell’Umbria, fondata dalle antiche tribù Umbri e galliche. Poco lontano, Plinio il Giovane costruì la sua villa (finora identificata con muri, pavimenti a mosaico e frammenti di marmo). Come è possibile osservare, la città è in gran parte costruita in mattoni. I suoi monumenti includono il Palazzo Comunale medievale, la Torre Comunale e la Pinacoteca Comunale (un museo d’arte con opere per lo più rinascimentali, di Raffaello e altri). A proposito delle sue persone illustri, qui nacque un pittore e scultore italiano (considerato una figura chiave nel dopoguerra).

Essendo nato in una regione ricca di arte, qui ha condiviso la contemplazione dell’arte rinascimentale. Nacque in un giorno di marzo del 1915 a Città di Castello (Umbria), dove durante la sua adolescenza sentì un’inclinazione verso il greco antico e il disegno. Crescendo, ALBERTO BURRI ha affermato che la forza chiave era l’equilibrio formale che i materiali poveri erano sorprendentemente in grado di dare. Dopo una laurea in medicina, fu richiamato al servizio militare e inviato in Libia come medico da combattimento. Nel 1943 l’unità di cui faceva parte fu catturata dagli inglesi. A quel tempo, la morte di suo fratello (sul fronte russo), ebbe un forte impatto su di lui. A favore della pittura, rinchiudendosi dal resto del mondo, aveva realizzato il desiderio di abbandonare la professione medica.

Qui trovi una miriade di strutture storiche, fantastici musei e attrazioni come la fabbrica di cioccolato Perugina https://www.perugina.com/it Durante il Medioevo, Perugia era nota per la sua devozione allo sviluppo delle arti e della cultura. Qui venne chiamato a lavorare Raffaello, quando l’artista si spostava tra Firenze e Perugia. Oggi è un piccolo museo dedicato all’affresco della Trinità e santi (di Raffaello e Perugino), databile al 1505. E’ una cappella che fa parte della chiesa di San Severo. Hai Fame? All’interno di una ex fabbrica di bilance, il proprietario ospita 30 anni di cibo e vino italiani presso L’Officina http://www.l-officina.net/il suo accogliente ristorante ed emporio.

Isolato e insensibile, era sempre estraneo ai circoli poetici ufficiali. Alcuni dei suoi scritti saranno pubblicati solo dopo la sua morte. Era nato a Perugia in un giorno di giugno del1906, dove praticò un curriculum di studio irregolare. Quando SANDRO PENNA aveva vent’anni e si trasferì a Roma. Nel 1932, un famoso poeta gli prestò attenzione, permettendo di pubblicare le sue prime poesie. Le sue prime collezioni saranno pubblicate solo dopo la seconda guerra mondiale, ma dopo di loro ci saranno dodici anni senza alcuna pubblicazione.

La sindrome di Stendhal, è un disturbo che provoca vertigini, confusione e allucinazioni, quando un individuo è esposto a un’esperienza di grande visione artistica. Benvenuto a Firenze, esposto alle opere d’arte super concentrate. Non preoccuparti per la sindrome, gli effetti sono di breve durata, ma quello che vedrai rimarrà con te per sempre. Anche Raffaello (con il suo equilibrio tra spazio, figure e colori vivaci) ti aspetta alla Galleria degli Uffizi, https://www.uffizi.it/en/the-uffizi dove sono esposti la “Madonna del cardellino” e i ritratti dei “Granduchi di Urbino”.

Fu uno scrittore e poeta italiano che pose le basi per l’umanesimo del Rinascimento. Fu intorno all’anno 1350 che GIOVANNI BOCCACCIO compose il Decamerone di cui la sua influenza sulla letteratura in tutta Europa era enorme. È noto che trascorse la sua infanzia a Firenze, perché suo padre era un importante mercante, mentre sua madre apparteneva a una famiglia illustre. Fu mandato a Napoli per studiare economia, ma il suo crescente interesse per la letteratura lo allontanò dallo studio di questi argomenti.

Quali sono le opere di Raffaello da vedere a Roma? Entrando nella Stanza della Segnatura, potrai ammirare “La Scuola di Atene“, un affresco. Molti dei filosofi che vi sono ritratti sono personaggi coevi a Raffaello. Sulla sua tomba nel Pantheon, puoi leggere: qui giace Raffaello. Da lui, quando visse, la natura temette d’essere vinta, ora che egli è morto, teme di morire. Nel 1833, alcuni lavori, riapparve il suo scheletro intatto. Un famoso cantautore romano, ben conosceva la maestosità del Pantheon romano.

Gli storici affermano che il “canto a stornello” era nato a Roma nel XIII secolo. Originalmente, essi erano filastrocche improvvisate, che nel corso degli anni subirono evoluzioni, fino a diventare racconti tramandati da generazione in generazione. Tra i primi a riconquistare quel dialetto, è stato il cantautore romano ANTONELLO VENDITTI, http://www.antonellovenditti.it/ con lacanzone “Roma Capoccia”. Ha studiato pianoforte in gioventù e ha fatto il suo debutto nel mondo della musica nei primi anni ’70. Era nato a Roma in un giorno di marzo del 1949, diventando famoso cantautore per i temi sociali delle sue canzoni. Si fece notare per aver cantato in dialetto romano, anche per la sua “Roma Capoccia” (una dichiarazione d’amore per la sua città).

Le proprietà intellettuali delle immagini che appaiono in questo blog corrispondono ai loro autori. L’unico scopo di questo sito è quello di diffondere la conoscenza di queste persone creative, consentendo ad altri di conoscere le loro opere. Per approfondire questo tema, puoi digitare: http://meetingbenches.net/2018/11/quando-il-tempo-era-un-bandito-vendicativo-raffaello-perche-quando-si-dipinge-non-si-pensa/

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