UN CAMMINO DI SOFFERENZA E DI RISCATTO ESTETICO – Amelia Rosselli, poesie tra realtà dolorosa e violenta

Lei è stata uno dei grandi poeti del XX secolo, e la sua voce è paragonabile soltanto a quella di poeti come Akhmatova e Plath (quelli che amava). Amelia Rosselli è cresciuta come rifugiata tra Francia, Inghilterra e Stati Uniti, dove è stata educata. Ritornò in Italia nel 1949, stabilendosi finalmente a Roma. Perché era nata a Parigi nel 1930? Perché era figlia di Carlo Rosselli (intellettuale ebreo fiorentino, divenuto martire dell’antifascisto). L’esperienza della morte di suo padre, assassinato barbaramente, forniva un certo suggerimento alla sua poesia, dava una solenne struttura, rafforzata da una certa composizione accademica. Avendo scelto l’Italia come patria ideale, scrivendo lei ridefiniva il dominio della poetica italiana, cambiando irrevocabilmente la lingua italiana.

Musicista, poeta e traduttrice, lei fu autrice di otto collezioni di poesia. Locomotrix, un’edizione bilingue selezionata della sua poesia e prosa (versione italiana e inglese), è stata pubblicata nel 2012. Tessendo il pubblico con il privato, i suoi testi evocano il personale con il sociale. È considerata uno dei più importanti poeti italiani della seconda metà del ventesimo secolo. Il suo lavoro con il linguaggio è il risultato di un tentativo di dare al lettore un senso preciso di una realtà dolorosa e violenta da lei conosciuta. Non dimenticare: leggerla, è come intraprendere un viaggio indimenticabile nella sofferenza e nella redenzione estetica. Ha lasciato la sua vita nella sua casa a Roma, nel 1996.

MATTONI DELLA CASSAFORTESollevamento di peso e particolarità della sorte sbirciavano colombelle, le mie forze sono prese dal tuo volare via come una caramella liquefatta, la vocazione ad una semantica revisione delle beghe ed uccelli nostri. Nessuno dei soldati che veramente intendeva risposarsi seppe dirmi chi è che veramente marciava. Solitaria, nelle regioni didascaliche sorreggevo brigantella delusa di una così miserabile sorte. Oh vedi io scoppio e tu non correre, la mitra del pianoforte rimuove sensazioni, metrò, canfora, rosse e curve labbra, mattoni della cassaforte.

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