ORAZIO GENTILESCHI (1563/1639), PITTORE BAROCCO ITALIANO – Quando l’arte si intreccia con la vita.

Uno degli interpreti di maggior successo dello stile di Caravaggio.

Suo padre era un artista fiorentino che si era trasferito a Pisa, città dove lui era nato in un giorno di luglio. Ciò che lui ha dipinto rappresenta una sintesi creativa in perfetto equilibrio tra concretezza fisica e astrazione. Conosceva l’arte di Rubens. A Genova e Londra ebbe modo di approfondire la sua conoscenza con Van Dick. ORAZIO GENTILESCHI era attento alle vicende artistiche a lui contemporanee. A Roma aveva osservato i dipinti di Caravaggio e gli affreschi di Annibale Carracci e quelli di Guido Reni. Per ammirare una sua “Madonna col Bambino” (olio su tela, 131x91cm, 1604), potrai andare alla Galleria nazionale d’arte antica di palazzo Corsini, in Roma.

All’età di tredici anni si era recato a Roma, al servizio delle imprese decorative di due papi. Dal 1600, il suo modo di dipingere aveva iniziato a basarsi sull’osservazione diretta. Anche per questo amava scegliere come suoi modelli le persone che conosceva. ORAZIO GENTILESCHI era stato anche il maestro di alcuni artisti di talento (come la figlia Artemisia, Hendick Tebruggen e Vermeer). Dipingendo, riusciva a creare una dimensione poetica, sempre avvolta dentro una visione serenamente armoniosa. In Città del Vaticano, visitare la Pinacoteca Vaticana, per vedere un suo dipinto del 1611 (olio su tela,123x142cm): Giuditta e la schiava con la testa di Oloferne.

Nel 1624 si era recato alla corte della Regina di Francia, importando le novità della pittura italiana nell’Europa del Nord. Nel 1626 era alla corte londinese di Carlo I in Inghilterra, dove morì. Osservando i suoi paesaggi dalla fattura minuziosa, certamente anche tu sarai impressionato dalla luminosità dei colori che esaltano il suo stupore verso la bellezza della natura. ORAZIO GENTILESCHI era un pittore attento nello studio delle composizioni dalle forme e dei colori. Le sue opere, avvolte in una luce calda, sono impregnate dalla ricerca dell’essenzialità. A Urbino, nella Galleria Nazionale delle Marche, hai la possibilità di aggiungere qualcosa ai tuoi ricordi, cioè un suo dipinto del 1619: “la Vergine che presenta il Bambino a santa Francesca Romana”.

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