NELLA DOLCE VITA ROMANA, CREATIVAMENTE – Sette colli, un fiume e sei persone da non dimenticare

Roma tiepida e tranquilla, per farti attrarre dall’inaspettato

Il nostro viaggio a Roma ha il profumo delle prelibatezze tipiche di una trattoria in Trastevere – da Enzo al 29 https://www.daenzoal29.com/ di Via dei Vascellari – ma per gustare i suoi piatti tipici romani non potrai prenotare: mettiti in fila e aspetta, tuttavia, ne riceverai la più gradevole delle ricompense olfattive. Se hai già mangiato e non hai sonno, potresti andare al civico 4 di Via del Politeama, dove scoprirai Freni e Frizioni https://www.freniefrizioni.com/ è uno street cocktail bar che ti aspetta ogni giorno dal tramonto fino a notte inoltrata. Se non hai già scelto l’hotel, il Relais La Fornarina https://www.relaislafornarina.it/ ti aspetta nel cuore a ridosso dell’antica Porta Settimiana. Adesso che sei ben riposato ed hai fatto una buona prima colazione, puoi iniziare con il conoscere alcune persone creative che sono nate sotto il cielo di questa città. Saranno un pittore surrealista e un cantautore, una poetessa ascetica e una donna che disegna abiti per vocazione, nonché una fotografa della carnalità ed un fumettista che aveva studiato da ceramista che ti accompagneranno nel nostro viaggio d’autore a Roma.

Nonostante il contenuto surrealistico dei suoi dipinti, essi sono poca cosa rispetto all’esistenza reale vissuta dall’ex diplomatico Stanislao Lepri. Tenne la sua prima mostra nel 1946, alla Galleria La Finestrina di Roma, dimostrando già da allora la sua singolare vocazione al surrealismo colma di figure allusive e spazialità. Nato a Roma nel 1905 e figlio del Marchese di Rota Lepri Stanislao Lepri https://www.galerieminsky.com/en/portfolio-item/stanislao-lepri-2/ interruppe la sua carriera diplomatica per dedicarsi alla pittura. Nel 1950 si stabilì a Parigi dove, oltre a dipingere, realizzò anche illustrazioni e scenografie teatrali. Conobbe la pittrice Leonor Fini ed andò con lei a Parigi per diventare pittore. Nella loro casa, ospitarono lo scrittore polacco Konstanty Jeleński, che vi rimase fino alla morte. Nelle sue espressioni creative, al di là delle apparenze, puoi cogliere un surrealismo esigente permeato di ragionamenti deduttivi e contraddittori. Immaginò e dipinse persone che si schiudevano da un uovo; dipinse un nano che inseguiva un cavallo bianco, ma anche una torre fatta di corpi nudi.

Stefano Rosso aveva quasi sessanta anni quando  morì a Roma in un giorno di settembre del 2008. Nel settembre 2009, venne organizzata una due-giorni di musica e poesia per ricordare un cantautore romano. Due anni più tardi, una delle sue figlie pubblicò un libro che raccontava la vita di Stefano Rosso https://music.apple.com/us/artist/stefano-rosso/33274395. Il suo CD “Live at the station” era stato registrato nella sala d’aspetto di una stazione. Tra i suoi ultimi brani musicali, ricordiamo Fingerstyle guitar, Banjoman e Piccolo Mondo Antico. Nel 1976 pubblicò Letto 26, storia di una degenza in ospedale e della sua vita a Trastevere. Pochi mesi dopo viene pubblicato Una storia disonesta, dalla quale nel 1977 nacque l’omonimo album, di cui ti proponiamo il testo: UNA STORIA DISONESTA https://www.youtube.com/watch?v=jdI3uSjKE34 – Si discuteva dei problemi dello stato, si andò a finire sull’hashish legalizzato, che casa mia pareva quasi il parlamento, erano in 15 ma mi parevan 100. Io che dicevo “Beh ragazzi andiamo piano, il vizio non è stato mai un partito sano”, e il più ribelle mi rispose un po’ stonato, e in canzonetta lui polemizzò così: “Che bello, due amici una chitarra e lo spinello, e una ragazza giusta che ci sta, e tutto il resto che importanza ha? Che bello, se piove porteremo anche l’ombrello, in giro per le vie della città, per due boccate di felicità”. “Ma l’opinione – dissi io – non la contate? E che reputazione, dite un po’, vi fate? La gente giudica voi state un po’ in campana, ma quello invece di ascoltarmi continuò: “Che bello, col pakistano nero e con l’ombrello e una ragazza giusta che ci sta, e tutto il resto che importanza ha?” Così di casa li cacciai senza ritegno, senza badare a chi mi palesava sdegno li accompagnai per strada e chiuso ogni sportello tornai in cucina e tra i barattoli uno che… “Che bello, col giradischi acceso e lo spinello non sarà stato giusto si lo so, ma in 15 eravamo troppi o no?” E questa, amici miei è una storia disonesta, e puoi cambiarci i personaggi ma quanta politica ci puoi trovar.

Uno dei temi della poesia di Fernanda Romagnoli era il distacco, un’abitudine da assumere per evitare l’ansia del possesso. Nata a Roma nel 1916, Fernanda Romagnoli http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/fernanda-romagnoli/ vi si diplomò in pianoforte al Conservatorio di S. Cecilia. Pubblicò la sua prima raccolta di versi nel 1943. Il matrimonio con un ufficiale di cavalleria la porterà a vivere in diverse città d’Italia. Il suo secondo libro di versi, Berretto rosso, venne dato alle stampe nel 1965. Confiteor, invece, la sua terza raccolta poetica, venne pubblicato otto anni più tardi. Nonostante una epatite avesse danneggiata la sua salute, rientrata a Roma iniziò a collaborare con alcune riviste. Continuò a scrivere poesie che nel 1980 vennero editate nella raccolta Il tredicesimo invitato. Pubblicò poesie fino ad un passo dalla sua morte, avvenuta a Roma alle porte dell’estate del 1986. Tra le sue poesie, ti invitiamo a leggere: NIENTE – Morte, se vieni per condurmi via, lascia che ombra su ombra io ripercorra la gente. In quest’incrocio di rotte casuali, ci siamo incontrati – fra vivi – così inutilmente. Per migliaia di giorni, ogni giorno: all’andata, al ritorno. Per migliaia di notti, ogni notte: coi ginocchi, coi fiati. Non ci siamo scambiati niente.

Sua madre era professoressa di storia dell’arte ed il suo papà architetto. Frida Giannini non considera la moda come un semplice lavoro, bensì come una vocazione. Insieme all’ex marito, per dieci anni e stata l’anima creativa del marchio fiorentino Gucci. Nata a Roma nel 1972, la stilista italiana Frida Giannini https://www.businessoffashion.com/community/people/frida-giannini ha studiato nella stessa città presso l’Accademia di costume e di moda. Dal 1997 lavora con Fendi nel settore del prêt-à-porter ed in quello della pelletteria. Dopo cinque anni diventa direttore creativo accessori per la casa di moda Gucci e nel 2006 ne diventa direttore creativo di tutte le linee. Lascerà l’azienda nel 2015. Già da bambina amava disegnare, a tal punto che i suoi genitori le consentirono di dipingere una parete di casa con sopra principesse e castelli.

Nelle opere fotografiche di Ilaria Facci trovi carne e sangue che danzano creativamente, al limite dello sfacelo. L’artista, attivista per i diritti umani e viaggiatrice, Ilaria Facci https://it.ilariafacciart.com/ e nata a Roma nel 1982. Dopo aver sofferto di retinoblastoma e perso l’occhio sinistro, si trasferisce a Buenos Aires con mia madre e sorella. Nel 2000 torna a Roma e studia all’Accademia di costume e Moda, conseguendo infine un master, in Marketing e Comunicazione in Design. Trasferitasi a Barcellona, ci organizza vari eventi. Nel 2010 abita a Milano, lavorandoci come Stilista e Costumista. inizia a collaborare con il fotografo Sabbagh, Cosmopolitan, L’Oreal e Nikon. Prima di lasciarti andare a un giudizio frettoloso, ricorda che la sua sensibilità espressiva tocca anche i labirinti della tua mente.

All’inizio degli anni Sessanta, Tiberio Colantuoni subì l’influsso del cartoonist americano Don Martin. Nato a Roma nel 1935, Tiberio Colantuoni https://www.lucianobottaro.it/la-biografia/tiberio-colantuoni/ studiò alla Scuola d’Arte Ceramica di Civita Castellana, dedicandosi poi per breve tempo all’attività di pittore ceramista. Nel 1953, dopo aver conosciuto il disegnatore Jacovitti – che gli insegnò i rudimenti per diventare un buon cartoonist – abbandonò la ceramica per dedicarsi esclusivamente al fumetto. Negli anni Sessanta, i piccoli lettori di Bongo https://sbamcomics.it/prodotto/bongo-di-tiberio-colantuoni/ amano a tal punto quel gorilla che tra il 1970 e il 1976 ebbe perfino una propria autonoma testata editoriale. Nel nostro tempo, i suoi fumetti di Braccio di Ferro, Nonna Abelarda e Geppo sono percepiti come forma d’arte.

L’unico scopo di questo sito è quello di diffondere la conoscenza di queste persone creative, permettendo agli altri di apprezzarne le opere. Se vuoi conoscere i nostri viaggi d’autore già pubblicati, puoi digitare https://meetingbenches.net/category/viaggi_dautore/.

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