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EMILIO PETTORUTI 1/3 – Era nato a La Plata, in una ricca e borghese famiglia italiana. Aveva abbandonato la locale Accademia di Belle Arti, quando era un adolescente, diventando uno dei più importanti pittori del 20° secolo, in Argentina. Nel 1913, aveva ricevuto una borsa di studio per un viaggio per l’Italia (dove aveva studiato i pittori del Rinascimento, a Firenze). La sua mostra cubista del 1924 aveva scatenato uno scandalo, perché il suo lavoro era stato considerato scioccante, perché senza da gauchos, bovini e cavalli. In Europa, aveva interagito con gli artisti d’avanguardia europei, scoprendo il nascente stile del futurismo.
EMILIO PETTORUTI 2/3 – Le sue composizioni pittoriche insistono sui temi dell’America Latina, all’interno di un fondo moderno di ispirazione europea. Lui non aderiva a nessuno stile, semplicemente incorporava il cubismo e il futurismo nel suo lavoro. La sua carriera è stata fiorente nel corso del 1920, quando l’Argentina ha testimoniato un decennio di attività artistica dinamica e di modernità. Nel 1930 era stato nominato direttore del Museo de Bellas Artes di La Plata. Tornato in Europa nel 1952, vi aveva ha continuato a dipingere.
EMILIO PETTORUTI 3/3 – Nelle sue nature morte, puoi distinguere diversi motivi (ad esempio le bottiglie o gli strumenti musicali). Il suo lavoro è stato un prototipo del moderno concetto di precisione geometrica, oscillante tra il lirico e lo spirituale. Negli ultimi anni della sua vita, il suo stile era avanzato verso l’astrazione assoluta, basata sulla luce, che aveva incorporata come un elemento del quadro. Fino alla sua morte, nel 1971, ha vissuto a Parigi.
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