FAI QUELLO CHE VEDI, CHE SENTI, CHE VUOI – Gustave Courbet ed il realismo francese

GUSTAVE COURBET 1/3 – A Parigi, conobbe artisti ed intellettuali, tra i quali Jules Champfleury e Max Buchon, Charles Baudelaire e Pierre-Joseph Proudhon (con i quali era solito riunirsi alla Brasserie Andler). L’inizio della sua carriera non fu incoraggiante (soltanto tre dei venticinque lavori da lui presentati, passarono il vaglio della commissione esaminatrice). Lui restò un rivoluzionario dell’arte, l’uomo formatosi nelle barricate della Francia rivoluzionaria, era un fervente socialista, un maestro che insegnò a disprezzare i maestri. http://www.musee-orsay.fr/it/collezioni/opere-commentate/cerca/commentaire_id/lorigine-du-monde-125.html?no_cache=1 Nonostante l’arte di Courbet abbia origini culturali lontane, lui restò coerente: “non possono esserci scuole, ma soltanto pittori”.

GUSTAVE COURBET 2/3 – Dal 1848, di fronte alle dure condizioni lavorative dei ceti subalterni, pervade nel mondo dell’arte europea un’esigenza del “vero”. L’artista, deve rifiutarsi di trovare riparo nel romanticismo. http://www2.doubs.fr/courbet/ Proprio in questo contesto, si sviluppa una nuova corrente: il realismo. Il movimento realista, si pone come metodo per indagare la realtà, senza coinvolgimenti personali dell’artista. Jean-Désiré-Gustave Courbet, fu il precursore (nonché massimo esponente del Realismo). Nacque nel 1819 da una famiglia contadina benestante. Nonostante i genitori desideravano che lui studiasse legge, iniziò a frequentare l’Accademia l’Arte, apprezzando il neoclassicismo francese. Nell’insurrezione popolare del ’48, lui si era schierato con i rivoltosi. Courbet viaggiò a Francoforte, Belgio Olanda.

GUSTAVE COURBET 3/3 – Nello stesso anno, avvia la realizzazione di un’opera monumentale: “L’atelier del pittore”. Al centro della composizione, lui aveva rappresentato se stesso, intento a dipingere un paesaggio, con a fianco una donna e un bambino. Ai lati del pittore, aveva collocato una serie di figure appartenenti avarie classi sociali. Nonostante la sua avversione all’insegnamento dell’arte, lui aveva fondato nel 1861 un’accademia con principi che rappresentavano la negazione della scuola: “Non fare quello che faccio io. Non fare quello che fanno gli altri. Non imitare Raffaello: è un suicidio. Fai quello che vedi, che senti, che vuoi”. https://www.youtube.com/watch?v=JIRNBWBwyO0 Nel 1871 aveva partecipato alla rivoluzione, sostenendo la Comune di Parigi. Con la restaurazione, condannato come sovversivo, si ritirò in solitudine in Svizzera dove morì alla fine del 1877.

Per approfondire questo tema, puoi digitare:

http://meetingbenches.net/2017/01/atmosfere-parigine-meta-ottocento/

http://meetingbenches.net/2017/01/gustave-courbet-18191877-pittore-francese-non-possono-esserci-scuole-pittori/

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