IL RE DELLO SPAZIO INFINITO

Attualità dell’opera teatrale “Amleto” di William Shakespeare

La storia dietro il nome Meeting Benches è affascinante e piena di significato. Immagina un luogo qualsiasi, un parco o una piazza, dove le panchine fungono da punto di incontro per le persone; esse sono testimoni silenziose di incontri casuali, conversazioni profonde, storie d’amore e momenti di riflessione. Quelle panchine virtuali sono un invito a condividere storie, emozioni e pensieri, incontrare l’arte in tutte le sue sfumature della creatività. Immagina di sederti su una di quelle panchine, circondata dagli alberi e con il sole che filtra tra le foglie, ascolta le persone che occupano un posto accanto a te. Alcuni di loro, come William Shakespeare, sono scrittori che condividono le loro opere; altri sono viaggiatori che raccontano le loro avventure, oppure come Dastilige Nevante, l’artista digitale che ha realizzato le immagini di questo post. Digita su scrittori o poeti se vuoi conoscerne altri.

Nel XV secolo il Rinascimento portò un nuovo interesse per lo studio dell’esperienza umana e della consapevolezza. L’opera teatrale Amleto” di William Shakespeare, invece, è ambientata nel contesto storico del XVII secolo, periodo in cui l’idea che gli esseri umani potessero comprendere appieno l’esperienza umana divenne più scettica. Gli studiosi e gli artisti sostenevano che la comprensione umana del mondo fosse basata sull’apparenza e che fosse difficile scoprire la “realtà”. La lingua utilizzata da Shakespeare nell’opera riflette l’inglese moderno in evoluzione e contribuisce alla sua influenza sulla formazione delle convenzioni dell’inglese moderno. Amleto esplora questa lotta, con i personaggi che affrontano difficoltà nel trovare la verità sugli altri, dalle loro intenzioni al loro vero carattere e persino alla loro sanità. L’azione principale di questo dramma si svolge in Danimarca, una nazione dove il Protestantesimo si distacca da alcune dottrine cattoliche, ecco perché lui è riluttante ad accettare le affermazioni di un fantasma. Questa opera teatrale offre numerosi insegnamenti e spunti di riflessione, come ad esempio circa il conflitto tra il sostrato medievale e le nuove istanze di modernità europea emerge nel dramma.

“Che cos’è un uomo se il suo principale impiego del tempo a propria disposizione non è altro che dormire e rimpinzarsi? Una bestia, nulla più”.

Il regno di Danimarca è il contesto della trama in cui il re di Danimarca, padre del principe Amleto, è morto. Il fratello di Amleto, Claudio, si è impadronito del trono sposando la regina Gertrude, vedova del re defunto. Questo evento scatena intrighi e conflitti. Durante una notte di guardia, il fantasma del re defunto appare a Marcellus e Barnardo. Amleto viene informato e decide di vedere il fantasma. Il fantasma gli rivela che è stato avvelenato da Claudio e chiede di vendicarlo. Tormentato dalla morte del padre, Amleto finge la follia per indagare sulla verità. Questo porta a situazioni complesse e ambigue. Scopre che nel regno di Danimarca ci sono intrighi, tradimenti e segreti. Amleto sospetta di tutti, compresa la sua amata Ofelia e il suo amico Horatio, cerca di vendicare la morte del padre, ma la sua indecisione e la sua lotta interiore lo portano a compiere azioni che hanno conseguenze tragiche. Amleto rappresenta l’indagine empirica dell’uomo moderno; non si fida delle affermazioni, è paralizzato tra l’agire e l’adattarsi alla realtà.

“Potrei essere rinchiuso in un guscio di noce e tuttavia ritenermi Re di uno spazio infinito, se non fosse che faccio brutti sogni”.

La celebre frase “C’è del marcio nel regno di Danimarca”, proviene dall’opera teatrale “Amleto” di William Shakespeare. Marcellus, un ufficiale danese, la pronuncia durante la prima apparizione dello spettro. Questa espressione è diventata un modo di dire per indicare congiure e discordie interne in un contesto moralmente guasto, corrotto, depravato sul piano individuale o sociale. Inoltre, l’ambientazione in Danimarca nell’opera “Amleto” permette a Shakespeare di criticare indirettamente la politica inglese dell’epoca. Quindi, quando diciamo “C’è del marcio in Danimarca”, stiamo suggerendo che qualcosa di corrotto si nasconde dietro una facciata apparentemente solida. Nietzsche ha scritto che Amleto ha gettato uno sguardo nell’essenza delle cose e ha scoperto il “nulla abissale”. “Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere”.

Alla fine, Amleto riesce a uccidere Claudio, lo zio che aveva assassinato il padre di Amleto e usurpato il trono. La madre di Amleto, invece, Gertrude, beve accidentalmente dalla coppa avvelenata destinata a suo figlio. Questo avviene durante il duello e porta alla sua morte. Laerte, fratello di Ofelia, sfida Amleto a duello per vendicare la morte del padre Polonio. Nel corso del duello, Laerte viene ferito dalla spada avvelenata e muore. Ofelia, la sorella di Laerte, si è suicidata a causa della morte del padre e della sua relazione turbolenta con Amleto. Prima di morire, Amleto affida all’amico Orazio l’incarico di narrare la sua storia tragica, lasciando un segno indelebile nella letteratura e nella cultura teatrale. Alla fine, Fortebraccio, principe di Norvegia, giunge in Danimarca e rende omaggio alla salma di Amleto, concedendogli gli onori di un funerale militare. Fortebraccio diventa il nuovo sovrano della Danimarca. In sintesi, “Amleto” è un capolavoro che affronta temi universali come la verità, la moralità, l’azione e la modernità, lasciando spazio a molteplici interpretazioni e riflessioni.

“Se sapessi scrivere la bellezza dei tuoi occhi. E cantare in nuovi metri tutte le tue grazie, il futuro direbbe: questo poeta mente”.

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