Musica, poesia e narrativa visuale, l’invito a esplorare mondi affascinanti senza confini
L’influenza tra musica, poesia e narrativa visiva ĆØ un tema che attraversa secoli di espressione artistica. Nell’antica Grecia, la parola “mousikĆ©” racchiudeva le tre arti corrispondenti ispirate alle muse. Nel Medioevo, il poema dell’Inferno di Dante utilizzava suggestioni sonore e visive per rafforzare l’efficacia narrativa. Nel XX secolo la canzone “Sympathy for the Devil” dei Rolling Stones sembra essere stata ispirata dal romanzo “Il maestro e Margherita” di Bulgakov. Franco Battiato, invece, con la sua canzone Invito al viaggio, si ispira all’omonima poesia di Baudelaire contenuta ne I fiori del male. In sintesi, musica e poesia sono costantemente intrecciate. Questa profonda connessione ispira anche artisti digitali come Dastilige Nevante, l’illustratore di questo post. L’unico scopo di questo sito ĆØ diffondere la conoscenza di questi artisti e far sƬ che altre persone apprezzino le loro opere. La proprietĆ delle immagini che appaiono in questo blog appartiene ai loro autori. Per incontrare altri poeti digita https://meetingbenches.net/category/poesie/, mentre per altri cantautori https://meetingbenches.net/category/musica/.
Edgar Allan Poe ĆØ stato uno scrittore, poeta, critico letterario e saggista statunitense nato nel 1809 a Boston. Noto per essere stato l’iniziatore del racconto poliziesco, ĆØ stato un poeta romantico di valore, anticipando il simbolismo. Oltre all’incomprensione del pubblico e della critica del suo tempo, la sua vita ĆØ stata segnata da difficoltĆ finanziarie e personali. Tra le sue opere piĆ¹ famose ti segnaliamo “I Delitti della Rue Morgue“, considerato il primo racconto poliziesco della letteratura. La sua ereditĆ letteraria continua a influenzare la cultura popolare, la letteratura e le arti fino ai giorni nostri; bon a caso, infatti, il suo poema “Il Corvo” ha fornito spunto creativo nell’ambito musicale.
IL CORVO ā Poesia di Edgard Allan Poe: CosƬ fantasticando stetti, senza parlare; ma dai suoi occhi il cuore io mi sentivo bruciare; un pezzo stetti, e il capo sul velluto appoggiai del sedile, che la lampada irradiava da lāalto, la violacea stoffa irradiata da lāalto, che ella ha lasciato ormai. Allora dei passi di angeli udire mi parve e denso lāaere intorno farsi di indivisibile incenso. Malvagio, a mezzo dāangeli ti manda Iddio, gridai, riposo dĆ le assidue memorie di Leonora; bevi lāoblio, dimentica la perduta Leonora! Disse il corvo: Non mai! Profeta, io feci, e sempre tal, sia uccello o infido spettro, ti spinga lāErebo o la tempesta al lido, tu che su questa terra desolata te ne vai, per la mia tetra casa; dimmi schietto, tāimploro: vāĆØ pace almeno in Galaad? Dimmi, dimmi, tāimploro! E il corvo: Non piĆ¹ mai! Profeta, io ripetetti, sia uccello o spettro errante, dimmi, pel Dio che adori, per quel ciel scintillante: potrĆ in un Eden lunge lāanima triste assai trovar la dolce vergine che chiamano Leonora, la vergine che gli angeli ora chiamano Leonora? Disse il corvo: PiĆ¹ mai!
Il loro stile unico e le loro tematiche profonde hanno lasciato un segno indelebile nella storia della musica rock. Gli Alan Parsons Project erano un gruppo rock progressivo britannico attivo fino al 1990. Il nucleo del gruppo era composto da Parsons, un ingegnere del suono, musicista e compositore, e Woolfson, cantante, cantautore e pianista. Il gruppo ĆØ noto per aver pubblicato undici album in studio, tra cui alcuni dei piĆ¹ famosi tra cui “Eye in the Sky“. Molti dei loro album sono di natura concettuale e si concentrano su temi come la fantascienza, il soprannaturale, la letteratura e le questioni sociologiche. Tra le canzoni piĆ¹ popolari del gruppo, “The Raven” ĆØ una canzone registrata nel 1976 a North Hollywood, Los Angeles. La qualitĆ inquietante e atmosferica di “The Raven” cattura l’essenza inquietante della poesia originale di Poe, rendendola un’aggiunta memorabile al repertorio della band.
THE RAVEN – Canzone di The Alan Parsons Project: L’orologio suonĆ² la mezzanotte e mentre dormivo sentii bussare alla mia porta. Ho guardato ma niente, giacevo nell’oscuritĆ , e cosƬ sono rientrato ancora una volta. Con mio grande stupore c’era un corvo la cui ombra pendeva sopra la mia porta. Poi, attraverso il silenzio, pronunciĆ² l’unica parola che sentirĆ² per sempre: Mai piĆ¹. CosƬ dice il corvo, mai piĆ¹. E il corvo resta ancora nella mia stanza. Non importa quanto imploro. Nessuna parola puĆ² calmarlo. Nessuna preghiera lo rimuova. E devo ascoltare per sempre. Disse il corvo: mai piĆ¹. CosƬ dice il corvo, mai piĆ¹.