IMPEGNATA E INDIPENDENTE, NONOSTANTE SUO MARITO – Martine Franck, la fotografa che trovò un modo accattivante per non stare zitta

Essere una delle poche donne di Magnum Photos

Ciò che la colpiva della fotografia era il desiderio di capire e capirsi, una ricerca incessante per la vita. Lei ambiva essere riconosciuta per il suo lavoro, eppure, nel corso della sua carriera si trovò spesso a disagio nel crescere professionalmente accanto a suo marito. Nel 1970, a Londra progettarono di mettere in scena la sua prima mostra personale, ma quando si accorse che gli inviti erano anche a nome di suo marito decise di annullare la manifestazione. Martine Franck https://www.henricartierbresson.org/en/martine-franck/biography/ affermò anche di aver messo la carriera di suo marito davanti alla sua, comunque, ha lanciato la Fondazione Henri Cartier-Bresson per promuovere il fotogiornalismo di quel marito così ingombrante.

La sua arte fotografica non è simboleggiata soltanto da curve e linee, ma soprattutto dalla ricerca della bellezza dell’anima e dalla profondità dei cuori. Nata in Anversa nell’aprile del 1938 la fotografa ritrattista Martine Franck https://www.artsy.net/artist/martine-franck fece parte di Magnum Photos per più di trenta anni. Figlia di un banchiere e di una britannica, trascorse la prima infanzia a Londra, Long Island e in Arizona. Frequentò la Heathfield School, di Ascot e studiò storia dell’arte, anche perché suo padre la portava spesso a visitare gallerie d’arte, mentre sua madre le mandava in collegio cartoline raffiguranti dei quadri. Quello che le piaceva della fotografia era il momento impossibile da anticipare, la necessità di guardarlo costantemente, la necessità d’essere pronta ad accogliere l’imprevisto.

Lei studiò storia dell’arte a Madrid e all’Ecole du Louvre di Parigi, eppure, dopo la sua tesi di laurea sull’influenza del cubismo nella scultura, Martine Franck https://hundredheroines.org/historical-heroines/martine-franck/ scelse di dedicarsi alla fotografia. Viaggiando in Estremo Oriente scattò foto con la fotocamera Leica di suo cugino. Ritornata in Francia comprò una sua macchina fotografica e divenne assistente di famosi fotografi. Nel 1969 fu fotografa per Vogue, Life and Sports Illustrated, poi collaborò con l’agenzia fotografica Agence Vu e co-fondò l’agenzia Viva. Dal suo punto di vista, una fotografia non era una bugia, e nemmeno la verità: secondo lei era un’impressione soggettiva.

Per lei, un ritratto era un incontro rinnovato che innervosiva, ma che poi le consentiva di catturare non soltanto la luce negli occhi del modello, ma anche il suo grado di concentrazione. Elegante, ma timida, lei conobbe Henri Cartier-Bresson mentre fotografava le sfilate di Parigi; si sposarono nel 1970, ebbero una figlia e rimasero per sempre insieme. Martine Franck https://www.amazon.it/Martine-Franck-One-Day-Next/dp/0500542279 entrò a far parte di Magnum Photos nel 1980. Cinque anni dopo collaborò con la Federazione internazionale no profit dei Piccoli Fratelli dei Poveri. Nei primi anni novanta si recò sull’isola irlandese di Tory, documentandovi la locale comunità gaelica. In Tibet e Nepal fotografò il sistema educativo dei monaci, e tornata a Parigi documentò il lavoro di un regista teatrale che stava mettendo in scena favole di La Fontaine. Il suo libro One Day to the Next è una retrospettiva fotografica che raggruppa i temi dell’infanzia e del teatro, l’Oriente e la vecchiaia, i ritratti, i musei ed i paesaggi.

Lei lavorò fuori dallo studio, utilizzò una fotocamera Leica da 35 mm e preferì le pellicole in bianco e nero. Lei era nota per le sue fotografie in stile documentaristico di importanti personaggi culturali, nonché di comunità remote o emarginate. Fu in grado di lavorare empaticamente con i suoi soggetti, riuscendo a registrare le loro espressioni sulla pellicola fotografica. Martine Franck https://www.magnumphotos.com/arts-culture/society-arts-culture/martine-franck-le-temps-de-viellir-surrealism-interior-museum/ ha pubblicato nove libri di fotografie, cosa che nel 2005 le valse la Légion d’Honneur francese. Continuò a lavorare anche dopo che le fu diagnosticato un tumore osseo, realizzando nel 2011 l’ultima mostra alla Maison Européenne de la Photographie, con ritratti di artisti raccolti dal 1965 al 2010. Morì a Parigi nel 2012, all’età di 74 anni.

Se vuoi conoscere storie fotografiche già pubblicate, puoi digitare https://meetingbenches.net/category/fotografie/. Le proprietà intellettuali delle immagini che compaiono su questo blog corrispondono ai loro autori. L’unico scopo di questo sito è quello di diffondere la conoscenza di questi creativi, permettendo ad altri di apprezzare le opere.

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