LE PROSPETTIVE MULTICULTURALI DI SUJATA BHATT – Se il linguaggio ti separa dall’esperienza

L’intensità fisica della scrittura, dove la parola è la cosa stessa

È uno dei poeti indiani più caratteristici che scrivono in inglese. Quand’è profondamente assorbita nello scrivere una poesia, lei sente che tradurre immagini e suoni è come dovrebbero essere i dolci ritmi: un tono emotivo nelle sue parole. La sua prima raccolta poetica ha vinto l’Asian Commonwealth Poetry Prize. Attualmente, Sujata Bhatt https://literature.britishcouncil.org/writer/sujata-bhatt vive con suo marito e sua figlia in Germania, ma dopo essere cresciuta a Pune era emigrata con la sua famiglia, studiando in Nord America, dove è diventata scrittrice residente presso l’Università di Victoria, in Canada. Qualcosa di suo da MuliebrityHo pensato così tanto alla ragazza che raccoglieva sterco di vacca in un ampio cesto rotondo lungo la strada principale che passava per la nostra casa e il tempio Radhavallabh a Maninagar, e il potere che luccicava attraverso i suoi zigomi ogni volta che trovava un cumulo di sterco particolarmente promettente.

Le sue poesie trattano di relazioni interpersonali, interculturali e femminismo. L’inglese è infatti diventata la lingua che lei parla ogni giorno. Il suo linguaggio è sinonimo dell’atto fisico del parlare. Sujata Bhatt https://poetryarchive.org/poet/sujata-bhatt/ ha descritto la sua infanzia indiana come lo strato più profondo della sua identità. Nel suo Search for my tongue, infatti, puoi scoprire che alterna le due lingue. Estratto da Search for my tongueMi chiedi cosa intendo dicendo che ho perso la lingua. Ti chiedo, cosa faresti se avessi due lingue in bocca, e perdessi la prima, la lingua madre, e non potessi davvero conoscere l’altra, la lingua straniera.

Le implicazioni coloniali inglesi del suo modo di scrivere sono convogliate in A Different History. Delicatamente connessi tra di loro, all’interno di una delle sue poesie – The Stare – troverai un bambino scimmia e il corrispondente bambino umano. Era il 6 maggio 1956 quando è nata ad Ahmedabad, Gujarat. Le poesie di Sujata Bhatt https://poetryarchive.org/interviews/interview-sujata-bhatt/ non riconoscono soltanto l’odore del sudore umano, ma anche i vari tipi di penne che ricoprono la pelle dei pappagalli. Nel mondo degli animali e delle piante lei trova l’identica fonte di espressività normalmente riservata alle ragazzine.

Leggendo Search for My Tongue, scoprirai che lei descrive la lotta dell’oratore nell’abbracciare il linguaggio di una nuova cultura. Racchiusa dentro un lungo testo, Muliebrity Sujata Bhatt https://www.goodreads.com/book/show/18330383-collected-poems delinea le qualità della femminilità in diciotto versi. Il suo Partition descrive invece la storia di una donna che in una stazione ferroviaria aiuta gente bisognosa. All’interno della raccolta poetica The Peacock, invece, lei descrive la sensazione di chi vive lontano dalla sua patria. Ci piace ricordarla con una sua frase: “Io sono quella che va via, sempre, via con la casa che può solo restarmi dentro il sangue, la mia casa che non ha posto in nessuna geografia”.

LA PRINCIPESSA DEL CIGNO PARLAPerché mi sono ritrovata sola in un paese freddo e oscuro, mia madre morta da tempo, mio padre assassinato, i miei fratelli portati lontano, ben oltre i fiumi e le montagne che conoscevo – perché mi sono ritrovato solo volevo essere tutto: una ragazza e un cigno. Volevo essere libero di volare ovunque, di essere un uccello a casa in qualsiasi terra, a casa sull’acqua e nell’aria. Ho sognato un mondo dove le ninfee mi guidano. I pesci luccicano, scivolando attraverso ombre più profonde. La luce impigliata dal vento mi circonda. Ho chiesto al sole di darmi la forza, alla luna, di guarire la mia anima. Ho imparato a cantare il linguaggio delle stelle. E così ho vissuto come una ragazza e un cigno. Sono cresciuto più forte. Ho cercato i miei fratelli. Non chiedetemi di dire altro, per oggi basta questo.

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