SEMPLICITA’ E IMMEDIATEZZA FOTOGRAFICA – Max Dupain e la sua voglia di dare vita all’inanimato

Fotografare l’emergente architettura modernista di Sydney

In regalo, ricevette la sua prima macchina fotografica nel 1924. Nato a Sydney (New South Wales, Australia) nell’aprile del 1911, il fotografo australiano Max Dupain https://www.maxdupain.com.au/ ha sviluppato uno stile fotografico finalizzato all’uso delle forme geometriche nell’ambito architettonico e industriale. Fin dai suoi primi scatti fotografici, la sua attenzione venne attratta dall’opportunità di utilizzare il corpo umano come fosse pietra. Soprattutto interessato a fotografare architetture e paesaggi, nonché spiagge e città dell’Australia, visse a Sydney per tutta la vita, fotografandola dagli anni ’30 fino alla sua morte.

Già all’epoca in cui studiava all’East Sydney Technical College e alla Julian Ashton Art School, Max Dupain http://www.artnet.com/artists/max-dupain/ iniziò ad esporre fotografie attinenti paesaggi. Dopo il suo apprendistato fotografico con Cecil Bostock, lavorò per l’unità di mimetizzazione dell’esercito, nonché, per un biennio, per l’Australian Department of Information. Anche se non conosceva l’arte di scolpire di Bernini, le donne da lui fotografate erano ritratte in pose sensuali allo stesso modo di quell’artista italiano. Ancora oggi, per tanti australiani, le sue immagini fotografiche più famose continuano a definire ciò che agli antipodi intendono per cultura di spiaggia.

Dopo la seconda guerra mondiale, la curiosità creativa di Max Dupain https://www.diggins.com.au/artist/max-dupain/ iniziò a rivolgersi alle architetture e industriali, diventando in tal modo uno dei più influenti fotografi australiani. Per oltre mezzo secolo, ha sperimentato con successo molteplici e inusuali tecniche fotografiche che fossero in grado di cogliere sensualità nei manufatti di cemento e metallo.

Usando uno suo proprio stile fotografico, è riuscito nell’intento di catturare con naturalezza i momenti della quotidianità. Max Dupain https://www.maxdupain.com.au/vintage-prints/ morì ad Ashfield (Nuovo Galles del Sud, Australia), durante l’estate del 1992, ma quello che ci ha insegnato resta nel nostro modo di concepire l’uso di una qualsiasi fotocamera: “La fotografia deve fare di più che intrattenere, deve stimolare il pensiero e coltivare una comprensione di uomini e donne e della vita che vivono e creano”. I 28.000 negativi del suo archivio personale sono stati trasmessi a Jill White, dai quali ne ha ricavato stampe, libri e tenuto mostre.

I lavori fotografici di Max Dupain https://lismoregallery.org/max-dupain-australian-modern, presentati in mostre e retrospettive, contribuirono nel 1982 alla sua nomina a Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico. Quale convinto assertore della fotografia in bianco e nero, il suo modo di concepire l’arte fotografica è riassumibile nei durevoli concetti di semplicità e immediatezza https://www.amazon.com/gp/product/0947322175/ref=dbs_a_def_rwt_hsch_vapi_taft_p1_i0. Affinchè potessero essere catalogati e conservati, i suoi negativi fotografici sono stati trasferiti alla Biblioteca di Stato del NSW.

Se vuoi conoscere storie fotografiche già pubblicate, puoi digitare https://meetingbenches.net/category/fotografie/. Le proprietà intellettuali delle immagini che compaiono su questo blog corrispondono ai loro autori. L’unico scopo di questo sito è quello di diffondere la conoscenza di questi creativi, permettendo ad altri di apprezzare le opere.

Instagram

Controllate anche

NUOVE CORRENTI AVANGUARDISTE – Alfred Stieglitz, la fotografia come arte

Gallery 291, un polo di riferimento per l’arte moderna Le sue fotografie erano strumenti per …