SCRIVERE DI FEMMINILITÀ ED ESPERIENZA DELLE DONNE – Ophelia Alcantara Dimalanta, la poetessa più adorata delle Filippine

Affascinati dalla insopportabile leggerezza dei versi

Con versi sobri e delicati, lei descrisse l’omicidio della verità in un paese che conviveva con la menzogna. Come nuvole di fumo sgradevole, quelle menzogne erano generate dall’insieme di indagini poliziesche che si intrecciavano con udienze dei tribunali. Trascorse più della metà della sua vita insegnando e creando opere letterarie caratterizzate dalla femminilità e dall’esperienza delle donne. Nel 1999 ebbe la S.E.A. Premio per la scrittura, massima onorificenza letteraria del sud-est asiatico. Ophelia Alcantara Dimalanta https://www.nlb.gov.sg/biblio/9424478 è nata in un giorno di giugno del 1932 a San Juan (Rizal, Philippine Islands). Poetessa, editrice ed insegnante, ha non soltanto pubblicato libri di poesia e prosa, ma ha perfino curato antologie letterarie. Oltre alla sua opera più famosa, Montage, lei ha pubblicato L’Ophelia, nonché Anthology of Philippine Contemporary Literature.

SIAMO SUPREMI – Ci sprechiamo in piccoli riti, simulando gioia e divenire, estaticamente vivi, estraendo da ciascuno inizi dell’ultimo minuto. Spasmo morente, e spremendoli ovunque e mentre c’è spazio e tempo per respirare.

La sua poesia ci invita a guardarci di nuovo, ma con umorismo. Lei desidera che noi lo facciamo in modo lieve, come fossimo uccelli. Con i suoi versi, lei ha voluto parlarci dell’orrore delle infermità morali e spirituali che si mimetizzavano tra celebrazioni e discorsi ufficiali. Membro fondatore e presidente del Manila Critics Circle, ha pubblicato sette libri di poesia, uno sul dramma, uno sulla critica e uno sulla prosa. Formatasi come pianista da concerto, Ofelia Alcantara Dimalanta https://www.facebook.com/opheliaalcantaradimalanta/ ha conseguito laurea, master e dottorato in filosofia presso l’Università di Santo Tomas. Focalizzando la propria curiosità intellettuale sulla poesia, nel 1974arrivò a pubblicare la sua prima raccolta in versi: Montage. Trascorse gran parte della sua vita alla ricerca di ciò che era perduto, nonché delle cause del perdere e del trovare. La sua poesia non parla di oggetti mancanti, bensì della vita delle persone che inseguono le effimere comunicazioni della vita moderna.

POETICA TRANSAZIONE UMANA – Ti scrivo, mi leggi, nella più lontana stranezza, sotto la pelle e dentro di essa, amanti ciechi che si aggrappano ai cartelli. Più feltro e a forma di dito che visto, come noi invisibilmente. Collegamento, collisione e collusione, trasferimento e trasporto, chiaro, sogno, deriva e danza. I nostri percorsi reciproci, estranei, presi dal deliquio del canto.

Desideriamo continuare a ricordarla, ma scegliamo di farlo con le sue parole: Scorre dentro, fluisce, vola via dove l’inizio è capolinea, presto semplicemente dicendo: uscita verso. In un mondo di persone cieche di fronte alla globalizzazione, lei ebbe orrore dell’insincerità, che considerava come preludio alla schiavitù. Con le sue parole in versi, descrisse cosa accadeva in un paese che dimenticava l’irrinunciabile valore della moralità. Tra l’altro lei fu giudice di premi letterari per la stampa gratuita delle Filippine, cosa che, insieme all’insegnamento, influenzò generazioni di scrittori creativi del suo paese. Fino alla sua morte, Ofelia Alcantara Dimalanta https://panitikan.ph/2014/06/06/ophelia-alcantara-dimalanta/ fu professore ordinario di letteratura e scrittura creativa presso la UST Graduate School e la Facoltà di Lettere, ricoprendovi tra l’altro l’incarico di Preside della Facoltà di Lettere. Lei visse con la sua famiglia a Navotas, morendovi in un giorno di novembre del 2010.

REQUIEM PER UN POETA MORENTE – Presto finalmente metterai a riposare questo poeta morente, di una penna già rotta. Nel cuore del focolare della sua mente non si accende più, ma le ceneri si muovono a caso. Perché è già stato consegnato all’ignominia dei piccoli momenti, spostandosi lungo i margini dell’esperienza. Piedi in ritardo rispetto ai sensi e sensi trascinati dietro la sua volontà, pronti a partire. Da sbuffare, come una candela da grondaia. Sta finalmente morendo bene fino alla sua morte. Il panico si sta avvicinando ora, ha paura di inciampare per non rompersi una gamba. Amare affinché i suoi legamenti non si strappino, sordo ai suoni che l’oscurità produce su un centraggio interiore; triste che la vita si sia stabilizzata in una calma terribile, fredda, fredda, una fretta di poco. Bisogni, minuzie senza volto e timorosi appagamenti e sconvolgimenti, come sono diventati i cieli. Troppo timido per tuffarsi verso il fiume e le nuvole hanno paura di radunarsi in una tempesta, scoprendo solo un po’ una parte, toccandosi ma con cautela, surfando. Reti di interazioni superficiali, biografie anonime, nessuna collisione di parti per accendere un accecamento, nessuna linea, né lombi che bruciano, nessun calpestio. Terreni saccheggiati in un tremendo cataclisma. Nessuna fiamma carbonizza questo legno inerte in una possibile limatura profonda. Il poeta come poeta è morto. Viva la poesia.

Se vuoi conoscere scrittori puoi digitare https://meetingbenches.net/category/scrittori/, mentre per i per i poeti di tutto il mondo https://meetingbenches.net/category/poesie/. L’unico scopo di questo sito è quello di diffondere la conoscenza di questi artisti e che altre persone apprezzino le loro opere. La proprietà delle immagini che compaiono in questo blog corrisponde ai loro autori.

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