LA PIOGGIA SCHIACCIA IL MIO VISO – Bella Akhmadulina

Per più di 40 anni era stata una presenza regale sulla scena letteraria di Mosca, perché aveva un’aura speciale dalla quale tutti erano magnetizzati.Nell’ambito del tradizionale impianto metrico, ha realizzato una particolarissima ricerca sul linguaggio poetico, guidata dal desiderio di purezza espressiva. Figlia di padre tataro e madre italiana, con una raccolta poetica del 1962 si pose in prima fila, nella nuova generazione poetica del disgelo. BELLA AKHMADULINA, una poetessa russa, era nata a Mosca nell’aprile del 1937. Nelle sue raccolte più recenti, ha indagato sugli orizzonti espressivi inerenti il destino dell’intellettuale nel mondo moderno. Aveva completato la sua formazione nell’Istituto letterario Gorky, viaggiando poi in Asia centrale. Anche se il suo lavoro aveva suscitato critiche ufficiali, alla fine era stata ammessa all’Unione degli scrittori sovietici. Come il suo collega poeta Yevtushenko (alla quale era sposata), era stata capace di attirare migliaia di persone alla lettura delle sue poesie. Quella voce distintiva della letteratura sovietica post-stalinista, si è spenta il 29 novembre 2010 a Peredelkino, in Russia. https://www.youtube.com/watch?v=P1aYLd0-pII Nel 1934, l’intellettuale Maksim Gorkij suggerì di assegnare la zona all’Unione degli scrittori sovietici, per costruire dei cottage per gli associati. Era Peredelkino, un complesso di dacie situato a venticinque chilometri di Mosca. Circondato da una grande foresta, continua ad essere residenza di scrittori russi, molti dei quali sepolti nel locale cimitero. Dopo il crollo dell’URSS, questo luogo è divenuto un’ambita località per le dimore dei nuovi ricchi.

LA PIOGGIA SCIACCIA IL MIO VISOLa pioggia schiaccia il mio viso e le palpebre, un temporale ruggente sui doveri. Tu ti spingi sulla mia carne e sull’anima, come le tempeste si spingono sulle navi. Non voglio affatto sapere che cosa accadrà a me dopo, dovrei essere sconvolta contro la mia miseria o gettata in felicità. Con timore e gioia allegra, come una nave che sta andando alla tempesta, non mi dispiace che ti ho conosciuto, e non ho paura di amarti anche.

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