PHILIP WILSON STEER (1860/1942), PITTORE IMPRESSIONISTA INGLESE – L’affascinante storia un uomo modesto che si era dedicato all’arte

PAESAGGI IMPRESSIONISTI, AVVOLTI IN UN NEBBIOSO STILE PITTORICO

PHILIP WILSON STEER 1/3 – Lui, figlio di un ritrattista, era nato a Birkenhead (Merseyside, vicino a Liverpool), http://www.mirror.co.uk/news/uk-news/11-reasons-merseyside-most-underrated-3748949 ed era diventato il leader tra gli artisti inglesi progressisti della sua generazione. Aveva trascorso infanzia e giovinezza a Whitchurch (vicino a Ross-on-Wye, a tre miglia dal confine inglese-gallese), studiando presso la Scuola di Arte di Gloucester e presso le Scuole di Disegno di South Kensington, ma pittoricamente si era formato a Parigi nel 1882, e quattro anni dopo era stato membro fondatore del New English Art Club. Fu influenzato anche dai vecchi maestri della pittura europea (come Boucher, Constable e Turner).

PHILIP WILSON STEER 2/3 – Il suo stile impressionista nebbioso ti colpisce, come ad esempio nei dipinti “La Spiaggia” e “Il Bambino Pescatore”. Tra il 1893 e il 1930, aveva insegnato pittura alla scuola di Belle Arti di Slade, a Londra. Nelle estati, amava dipingere nello Yorkshire e nel West Country, https://www.youtube.com/watch?v=DLLPQLH4hGI ma anche sulle coste sud ed orientali della Gran Bretagna. Nel mondo dell’arte britannica, era stato al centro di molte controversie, essendo stato il fautore nell’adozione delle tecniche impressioniste francesi.

PHILIP WILSON STEER 3/3 – Per i suoi paesaggi mozzafiato, è diventato uno degli artisti più amati e ammirati in Gran Bretagna. Lui è infatti conosciuto soprattutto per i suoi paesaggi (come la “Spiaggia Beach di Walberswick”, visibile presso la Tate Gallery) http://www.tate.org.uk/ Morì a Londra, alla porta di una primavera di marzo, ma il suo autoritratto ti aspetta nelle collezioni della Galleria degli Uffizi, a Firenze http://www.uffizi.com/galleria-degli-uffizi/ La sua vita artistica, è anche la storia affascinante di come un uomo modesto si era dedicato all’arte (anche di fronte alla crescente cecità). Nel 1927, infatti, cominciò a perdere la vista in un occhio, ma continuò a dipingere (anche se per lo più in acquerelli piuttosto che in oli), ma nel 1940 aveva smesso di dipingere.

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